giovedì 6 giugno 2013

Recensione: Binario Morto: Lisbona – Kiev, alla scoperta del corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è


"Binario Morto: Lisbona – Kiev, alla scoperta del corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è”, di Andrea De Benedetti e Luca Rastello, edizioni Chiarelettere, ISBN: 978-88-6190-375-3.

Un bel libro, scorrevole e divertente; scritto con lo stile disincantato e ironico del diario di viaggio ma incentrato su un’inchiesta e con un obiettivo di denuncia della situazione presente e delle prospettive future del famigerato “Corridoio n°5”; per noi italiani e, soprattutto per i piemontesi valsusini, in breve, e con molte confusioni e approssimazioni: “La Tav”.

Gli Autori hanno percorso tutto il tracciato del “corridoio”, partendo da Lisbona per giungere fino a Kiev. Le sorprese non sono mancate né per loro che, in sintesi hanno finito per costatare e riportare lo stato di (non) avanzamento dei lavori, né per i lettori “casuali” come il sottoscritto, sostanzialmente un po’disinteressati e disinformati riguardo questo tema e che, un po’ controvoglia, cominciano a dover rinunciare al loro pregiudizio positivo nei confronti delle autorità per cominciare a rendersi conto di quanta distanza esista fra la realtà di questo progetto e l’immagine che ci è stata presentata sui mass media.

Per esempio: lo sapevate che il Portogallo ha rinunciato alla sua parte dell’opera? Che in Spagna il corridoio merci procederà, da Algeciras sulla linea tradizionale a un binario (ma con ben tre rotaie! … Per ovviare alle differenze di scartamento)? Che non esiste un collegamento dell’alta velocità fra la Spagna e la Francia e che esso non è nemmeno in programma? Sapete che eminenti“professoroni” sostengono che non è conveniente far viaggiare treni merci a più di 80 km l’ora a causa dell’incremento esponenziale dei costi una volta superate tali velocità? Che le previsioni d’incremento di traffico dei valichi alpini fatte più di dieci anni fa si sono rivelate clamorosamente errate e che il quantitativo di merci transitate si è sensibilmente ridotto anziché aumentare? E’ che il collegamento fra Orbassano e Torino non può essere realizzato secondo progetto perché interferisce con le falde acquifere dalle quali si trae l'acqua potabile della città? E che la Slovenia non è intenzionata a raccordarsi con la linea Italiana? E che l’Ungheria non costruirà ferrovie ma autostrade? E che la linea ferroviaria in Ucraina sostanzialmente non c’è e che quella ad alta velocità non è in programma? E che l’Unione Europea non impone assolutamente l’Alta Velocità e non finanzierà per niente la gran parte dei costi? E che…? 
Vale la pena di leggerlo questo libro ed anche per molti motivi. Quanto esposto dagli Autori, ovviamente, non è sufficiente per farsi un’opinione definitiva sui pro e contro concernenti questo progetto, infatti, non sarebbe serio, se non si è di parte, liquidare come inutile un tema e un’opera oggettivamente complessi. Vale però la pena di cominciare a rendersi conto di quanto sia elevato il numero di variabili che sono fuori da ogni plausibile controllo e di quanto sia vasto e, se vogliamo, indeterminabile l’impatto di costi e benefici che caratterizzano lo scenario di realizzazione di queste opere. Il punto da tenere presente, a mio avviso, é che la stessa UE parla di corridoi intermodali, lasciando chiaramente capire come l’obiettivo, di per sé logico e auspicabile, sia quello di favorire le comunicazioni, lasciando però piena libertà rispetto alle modalità attraverso le quali tale risultato può essere ottenuto. In Italia, invece, la situazione appare confusa perché si mettono insieme nel progetto troppe cose insieme che, apparentemente dovrebbero essere invece tenute distinte, ad esempio: il traffico merci, rispetto a quello dei passeggeri, l’Alta velocità (quindi le linee specializzate) rispetto alla “velocità alta” (treni tecnologici su linee tradizionali potenziate).

Emerge chiaramente quanto sia fragile, se non in mala fede, la sicumera dei tanti sostenitori a priori della Tav a tutti i costi, mentre dall’altra parte, si comincia a intuire le ragioni dei sempre più numerosi dubbiosi. L’unica cosa che finisce per essere certa è che, purtroppo e come il solito, siamo manipolati e volutamente non informati e che i nostri politici non “ce la dicono” né “giusta”, né “tutta”.

nota bene: dimostrando un certo "fair play" gli Autori segnalano che c'è la possibilità di visionare un libro favorevole al progetto TAV scritto da Stefano Esposito e Paolo Foietta, "TAV sì", scaricabile gratuitamente sul sito http://www.tavsi.it/

 

 

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