lunedì 24 febbraio 2014

Recensione: Curarsi con i Libri – Rimedi letterari per ogni malanno


“Curarsi con i Libri – Rimedi letterari per ogni malanno”, titolo originale: “The Novel Cure”, di Ella Berthoud e Susan Elderkin, traduzione di Roberto Serrai, edizioni Sellerio, ISBN 9788838931130.
Bella sia l’idea sia la realizzazione. Il libro si presenta un po’ sullo stile dei vecchi ricettari medici o delle raccolte di rimedi “della nonna” tipici della medicina popolare. Vi è stato un tempo dove ce n’era uno in ogni famiglia, gelosamente conservato, saltuariamente aggiornato e tramandato di generazione in generazione, insieme alle ricette di cucina.
Il libro si presenta, quindi, come un elenco alfabetico, per altro assai dettagliato, di disturbi fisici e mentali con relativa sintomatologia e per il quale sono abbinate le rispettive cure letterarie condite da qualche buon consiglio.
Vale la pena di tenerlo vicino al comodino perché, senza prendere la cosa troppo sul serio, è pur vero che delle buone letture sono cura e balsamo vero, per il corpo e per la mente.

domenica 16 febbraio 2014

Recensione: Il Terrore Rosso in Russia (1918-1923)


“Il Terrore Rosso in Russia (1918-1923)”, titolo originale: “Krasnyi terror v Rossii 1918-1923”, di Sergej P. Mel’gunov, traduzione di Sergio Rapetti, edizioni Jaca Book, ISBN 978-88-16-40954-5.
 Per capire più chiaramente le motivazioni e i contenuti di questo libro è, probabilmente, necessario rifarsi all’esperienza di vita dell’Autore: Sergej Mel’gunov nasce a Mosca nel 1879 in una famiglia aristocratica (fonte Wikipedia). D’ideologia liberale, durante i moti rivoluzionari del 1905 aderisce al partito del Costituzionali - democratici, i cosiddetti “cadetti” di tendenze di sinistra, per poi passare al partito dei Socialisti - popolari, compagine spostata ideologicamente più verso il “centro”. Nel medesimo periodo comincia a occuparsi di editoria e conosce lo scrittore Lev Tolstoj, del quale, dopo la morte curerà la pubblicazione delle opere complete in collaborazione con la figlia di questi. Nel 1917 appoggia la rivoluzione di “Febbraio” auspicando la formazione di un’ampia coalizione di forze socialiste e progressiste che si oppongano ai tentativi controrivoluzionari di matrice reazionaria, ma l’ala politica dei riformisti moderati è presto emarginata dalla presa di potere dei bolscevichi avvenuta nell’ottobre 1917. Fra il 1918 e il 1922 subisce diversi arresti e perquisizioni da parte delle autorità sovietiche. Nel 1920 nel corso di un processo è condannato a morte, ma la pena viene commutata a dieci anni di carcere grazie all’intercessione dell’Accademia delle scienze e di altri intellettuali e scrittori (fra i quali il pensatore anarchico Kropotkin); rilasciato di prigione nel 1921, è espulso dalla Russia nel 1922. Nel 1923 pubblica a Berlino “Il Terrore Rosso in Russia (1918-1923)” per poi stabilirsi definitivamente in Francia dove continuerà a occuparsi attivamente di organizzazioni anticomuniste, rifiutandosi però di collaborare con i regimi nazifascisti durante la seconda guerra mondiale. Muore in Francia nel 1956.
Un libro di fortissimo impatto emotivo che s’incarica di ricostruire con dovizia di particolari e con una tenace cura delle fonti il periodo del cosiddetto “Terrore Rosso”, la strategia repressiva esplicitamente terroristica messa in atto dal governo sovietico per rafforzare la propria presa sul potere appena conquistato. Le immagini di esecuzioni e torture sono particolarmente forti e impressionanti e pertanto, in casi come questi non si può parlare di “bei libri”, ma semmai di documentazioni realistiche e credibili. Per quanto riguarda la veridicità dei fatti, non penso che, oggigiorno qualcuno possa avere seriamente dei dubbi riguardo a quanto esposto dall’Autore; non dopo tutte le testimonianze, le pubblicazioni demografiche e gli studi storici che hanno riguardato l’esperimento del comunismo sovietico nel periodo pre-stalinista. E’ però emotivamente differente leggere delle statistiche riguardanti il numero, le condizioni e le caratteristiche delle vittime e, invece, ricevere descrizioni dettagliate su come effettivamente avveniva il processo di annientamento degli oppositori o meglio, anche dei semplici “non simpatizzanti”. Inoltre, storicamente, può anche essere interessante per qualche ideologo e nostalgico, l’essere costretti a meditare di fronte ai fatti esposti da Mel’gunov e riguardanti il carattere originariamente genocida della rivoluzione bolscevica, che fu consapevolmente violenta fin dall’inizio e non solo “deviata” o “tradita” nei suoi ideali dalla successiva deriva stalinista.
“Il Terrore Rosso in Russia (1918-1923)” è stato pubblicato in diverse lingue nel corso degli anni venti del novecento (tedesco, russo, inglese, francese e spagnolo) ma non esiste un’edizione italiana dello stesso periodo e questa, se non erro, è la prima traduzione di questo resoconto che sia stata pubblicata nella nostra lingua. 

 
 

lunedì 10 febbraio 2014

Recensione: I Padroni del Cibo


“I Padroni del Cibo”, titolo originale: “Stuffed and Starved”, di Raj Patel, traduzione di Giancarlo Carlotti, edizioni Feltrinelli, ISBN978-88-07-17156-7.
Un libro interessante che lascia impressioni ambivalenti. Apparentemente si tratta della solita “tirata” in stile no-global contro le multinazionali e lo strapotere del sistema distributivo che controlla il mercato delle “commodities”. Se si rimane quindi in superficie rispetto al messaggio centrale dell’Autore, si finisce per vivere la lettura con un certo fastidio perché tutti quelli che si considerano “informati” conoscono già molti dei problemi esposti: le devastazioni sociali, economiche e ambientali legate alla pratica della monocultura (caffè, cacao, soia, cereali, ecc.), i tanti ragionamenti contro o a favore delle coltivazioni OGM ivi comprese le considerazioni di ordine demografico, gli effetti dell’uso intensivo dei pesticidi, le lotte per l’accaparramento e il controllo dell’”oro blu” (l’acqua dolce), le strategie di marketing delle grandi catene di distribuzione e così via. Soprattutto noi che siamo al capo finale di questa catena produttiva e commerciale e che, soprattutto godiamo (o pensiamo di fruire!) dei vantaggi di questo sistema, spesso siamo tentati di lasciarci ogni approfondimento alle spalle perché convinti, da una parte di essere, tutto sommato, beneficiari di tutto ciò e dall’altra, ritenendoci impotenti e, pertanto, impossibilitati ad apportare alcun particolare cambiamento.
Se si ha, invece un po’ di pazienza, il saggio si presta anche a una lettura più in profondità, la quale ci lascia intravvedere la possibilità di mettere in atto comportamenti individuali diversi che, sommati assieme, producano effetti sensibili. In primo luogo, l’Autore si sforza di dimostrarci che, nonostante tutta la nostra pseudo conoscenza, finiamo per adeguarci al nostro ruolo di “pecoroni”, ma in più, egli ci provoca intelligentemente insinuando il dubbio che, tra l’altro, non siamo neanche tanto bravi a fare i conti e a curare il nostro reale interesse.  Alla fine emergono dei messaggi chiari fra i quali:
1)      Badate alla qualità e alla varietà di ciò che mangiate. Piuttosto (se potete permettervelo!) spendete un po’ di più (perché la qualità costa), ma accertatevi della provenienza dei vostri acquisti preferendo, possibilmente, le produzioni stagionali e locali. Attenti alla “finta” qualità (es. gli pseudo –bio)!

2)      Pretendete informazione “vera”, quindi etichette che spieghino esattamente cosa state mangiando e da dove provengano tutte le diverse componenti. Il cibo deve essere “tracciabile”.

3)      Sforzatevi di analizzare seriamente i vostri comportamenti di acquisto; quello che volete lo desiderate veramente voi o ve lo hanno messo in testa? E soprattutto, quanto fa bene o, all’opposto, danneggia la vostra salute?

4)      Sforzatevi di considerare l’alimentazione come un atto “culturale”, pensando che ha ampie ricadute, in particolare sulla vostra salute, ma anche economiche e sociali.
Un’ultima curiosità. Il libro dedica una parte non insignificante al fenomeno “slow food” e forse, non tutti sanno che questo movimento, ormai di respiro internazionale, e impegnato nel recupero della cultura alimentare, è nato in Italia nel 1986 a Bra, in Piemonte (Fonte Wikipedia).