lunedì 17 giugno 2013

Recensione: Democrazia senza partiti


"Democrazia senza partiti”, di Adriano Olivetti, edizioni di Comunità, ISBN: 978-88-98220-01-4. 

“Democrazia senza partiti” vista la situazione politica odierna, benché scritto dall’imprenditore Adriano Olivetti (1901-1960) nell’ormai lontano 1949, appare di una certa attualità. L’Autore svolge una critica del sistema partitico e del modello parlamentare basato sulla democrazia rappresentativa che sembra applicarsi anche alla situazione di oggi. Egli, infatti, stigmatizzò la lontananza di tali apparati dalla vita e dagli interessi degli individui e delle collettività locali e rilevò come la partitocrazia finisca per impedire un vero processo di rappresentanza democratica. Al sistema basato sui partiti politici, l’Autore contrappose un sistema decentralizzato e federalista con partecipazione “dal basso” incentrato sul concetto di comunità territoriali culturalmente omogenee.

Progetto accattivante ma di non facile attuazione; molto diverso dall’approccio antipartitico di moda oggigiorno. L’imprenditore eporediese cercò di dare vita reale a questi ideali attraverso il Movimento di Comunità e ai centri omonimi diffusisi nel Canavese (provincia di Torino) che, fra gli anni cinquanta e il 1964 (anno in cui il movimento rinunciò all’attività politica), riuscì ad amministrare con successo una quarantina di comuni canavesani.

Altro prodotto di queste idee fu l’IRUR (Istituto per il rinnovamento urbano e rurale), costituito nel 1955 come strumento di accesso al credito e strutturato come ente “no profit” con il compito di promuovere lo sviluppo rurale ed economico dell’area, in collaborazione con gli enti statali e locali. L’istituzione fu messa in liquidazione nella metà degli anni sessanta e, ed è bene rilevarlo, parlando di politica italiana, essa cessò le attività producendo un saldo attivo.

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