giovedì 24 luglio 2014

Recensione: The Undercover Economist Strikes Back – How to Run, or Ruin an Economy


“The Undercover Economist Strikes Back – How to Run, or Ruin an Economy”,  di Tim Harford, Riverhead Books,  ISBN: 978-1- 59463-140-5.
Un saggio che parla e spiega alcuni meccanismi fondamentali della teoria macroeconomica in termini semplici, pragmatici, ironici e divertenti. Grazie ad esempi facilmente comprensibili l’Autore ci guida alla scoperta dei misteri della creazione e della circolazione della moneta, ci spiega l’importanza dei comportamenti responsabili da parte delle autorità monetarie e dei governi e gli strumenti posti a loro disposizione per regolare e stimolare l’economia e per combattere la disoccupazione. Un’ampia parte è anche dedicata a illustrare il significato, l’uso e i limiti dei principali indicatori economici come il PIL e a valutare il significato e la rilevanza d’indici alternativi.
Sullo sfondo, egli illustra la dicotomia fra le teorie keynesiana e neoclassica e si pone, molto saggiamente, in una posizione intermedia rilevando come entrambe abbiano applicazioni e limiti in funzione delle situazioni reali da affrontare.
Un libro curioso e istruttivo per i neofiti e illuminante per i sedicenti “esperti”.

“The Undercover Economist Strikes Back – How to Run, or Ruin an Economy”


“The Undercover Economist Strikes Back – How to Run, or Ruin an Economy”,  di Tim Harford, Riverhead Books,  ISBN: 978-1- 59463-140-5.
A pragmatic essay full of humour and good sense that explains some of the basic mechanisms of macroeconomic theory in simple terms. Thanks to easy and curious examples the author leads us to discover the mysteries of monetary creation and circulation, describes the role of the monetary authorities and governments and the tools available to them to regulate and stimulate economy and fight unemployment. Not least, he explains the importance of “responsibility” and “trust” with the management of market’s “Animal Spirits”.
A part is devoted to illustrate the meaning, the use and limitations of key economic indicators such as GDP and to assess the significance and relevance of alternative indexes.
In the background, the author  illustrates the dichotomy that arises between the Keynesian and Neoclassical theories. Very wisely, Harford avoids being dogmatic and follows an intermediate position stressing that both approaches have limits and solutions according to the real situations to deal with.

A curious and instructive book for beginners and enlightening for the self-styled "experts".

lunedì 21 luglio 2014

Recensione: Adriel


“Adriel”, di Massimo Turcato, editrice I Sognatori, ISBN: 978-88-95068336.
Adriel è il nome di uno degli Angeli della Morte del Vecchio Testamento, entità sovrannaturale che ha il compito di presiedere alla morte e accompagnare le anime dei defunti (nel caso della teologia cristiana). Nel romanzo è anche il soprannome di un assassino di professione, più che altro un giustiziere, che si occupa di mandare al Creatore cattivi e potenti che, altrimenti, rimarrebbero impuniti.
Adriel è, “ovviamente”, un gran tosto: ragionevolmente giovane, bello, colto, ricco, raffinato, ma soprattutto stoico, leale e, neanche da dirlo, estremamente letale; un guerriero ispirato all’etica e alla pratica del Bushido, la “Via del Guerriero”, il codice di condotta dei Samurai. In pratica, il protagonista è il tipico supereroe del genere letterario che, personalmente, definisco “Harmony per maschi”.
La trama del romanzo risulta inizialmente un po’ traballante, poi, però procede spedita verso il suo epilogo e lieto fine; anche se, devo dire, senza eccessivi imprevisti o colpi di scena.
Detto così, in maniera volutamente un po’ irridente e asciutta, si potrebbe pensare che il romanzo non mi sia piaciuto e, invece non è vero! Evidentemente non sono insensibile al fascino dei supereroi e, ammetto, mi piacciono i giustizieri e i cavalieri “senza macchia e senza paura”; soprattutto, rispetto il Bushido e quanto gravita attorno a quel mondo, purtroppo, solo ideale.
Ma, questo non è tutto … per me anche l’Autore (un esordiente, che io sappia!) ha parecchi meriti, il suo stile di scrittura mi è piaciuto e lascia trasparire qualcosa di lui che, sicuramente ci accumuna sia sul piano della cultura sia su quello delle esperienze; a lui vanno la mia simpatia e tutto il mio incoraggiamento.