lunedì 28 maggio 2018

Mattarella e l'"Elogio della "Mitezza"

La gestione fatta fino ad ora dell'attuale situazione politica da parte del Presidente della Repubblica Mattarella merita, a mio avviso, un elogio perché associa ragionevolezza a fermezza di fronte a quelle che sembrano promesse elettorali insostenibili e programmi politici incongrui.

Trovo che al Presidente, in questo momento, si addica la definizione di "Mite" nell'accezione proposta dal filosofo Norberto Bobbio nel suo "Elogio della Mitezza".

Bravo Presidente!

... spero anche, che si concretizzi la proposta in favore di Carlo Cottarelli, persona che ritengo seria, preparata ed adatta al compito attuale.

venerdì 25 maggio 2018

Recensione: Le Case Ina di Corso Sebastopoli 1957-2017. Sessant’anni di vita nella periferia torinese, storia e testimonianze


“Le Case Ina di Corso Sebastopoli 1957-2017. Sessant’anni di vita nella periferia torinese, storia e testimonianze”, Giancarlo Libert, edizioni Atene del Canavese, ISBN 978-88-97613-48-0.

Nel dopoguerra e fino agli anni settanta del novecento Torino, come altre città italiane, fu investita da un intenso flusso migratorio che portò ad un radicale cambiamento del paesaggio urbano.
Fra le varie iniziative finalizzate a sopperire alla grande “fame” di case e, al preciso scopo di incrementare l’occupazione nel settore edilizio venne emanata la legge 26/11/1955 n. 1148 "Proroga e ampliamento dei provvedimenti per incrementare l'occupazione operaia agevolando la costruzione di case per i lavoratori" (fonte: wikipedia) nota anche come “Piano Fanfani” in nome dell’allora ministro del Lavoro che se ne fece promotore.

Tema del libro dunque, è quello di raccontare la storia della realizzazione di alcune di queste iniziative edilizie che, a Torino, diedero origine ad interi quartieri.

Bel libro, di quelli che puoi solo trovare in manifestazioni come il “Salone del libro” di Torino girando fra gli stand dei piccoli editori in cerca di fatti curiosi.

L’Autore fornisce un bel quadro che, oltre a descrivere la geografia e la storia dei luoghi che furono oggetto delle diverse iniziative edilizie, spiega le ragioni e i vincoli delle scelte architettoniche e si sofferma sugli aspetti umani dell’intera vicenda parlando un po’ di tutti; i grandi protagonisti e promotori dell’impresa, fino ai semplici abitanti dei nuovi quartieri attraverso i loro ricordi.

Ne emerge una storia affascinante e di successo che, a distanza di tanti anni e, tenendo anche presente la realtà del nostro Paese, appare quasi straordinaria.

Confesso anche che quest’opera ha contribuito a farmi comprendere alcuni aspetti della città che non conoscevo e ora,  vedo quei quartieri e quelle stesse costruzioni con un occhio diverso.


venerdì 18 maggio 2018

Contro la flat tax




I due articoli citati parlano della cosiddetta “flat tax”, cioè dell’ipotesi di applicare due sole aliquote fiscali per i redditi famigliari (cumulo fra i coniugi, quindi in questo caso!).
In sintesi, fino ad un reddito complessivo di 80 mila euro si pagherebbe un’aliquota del 15% e, sulla parte eccedente tale soglia il 20%.
Ci sarebbero poi (è vero!) dei correttivi che “premiano” un pochettino i redditi bassi (es. fino a 3000 euro per ogni famigliare a carico) e che si esauriscono a mano a mano che sale il reddito, in sintesi però (si veda la tabella riassuntiva apparsa nell'articolo de “La Voce”), i redditi alti sarebbero largamente avvantaggiati.

Dimostrato ciò, c’è pochissimo (o moltissimo) altro da aggiungere …

Ma dove stiamo andando?
 Dove stanno i concetti di “progressività” riportati persino nella nostra Costituzione? Che, nell'art. 53 recita:

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”.

Dove stanno i concetti di “redistribuzione” delle risorse e, soprattutto, dove si pensano di trovare le ingenti risorse necessarie, stimate in 50 miliardi nell'articolo di Repubblica, se non tagliando molte delle attuali forme di assistenza?

Anche chi si trovasse dalla parte dei potenziali “vincenti”, non può che constatare come questo genere di riforme ci porti sempre più verso forme di diseguaglianza insostenibili, problema e fenomeno che è già in fase di accentuazione oggigiorno persino senza che vengano introdotti tali tipi di manovra fiscale che, personalmente,  non posso che definire come “sinceramente idioti”!

Cari amici pentaleghisti, ma non si dovrebbe andare esattamente nella direzione opposta?
Ma avete letto un po’ di quanto predicano ultimamente economisti come: Stiglitz, Piketty, Krugman, Atkinson (tanto per fare qualche nome noto!) … e tanti altri, che non fanno che sgolarsi invocando riforme (spesso incentrate proprio su manovre fiscali) che riducano anziché ampliare tali divergenze?
… E non solo in nome di più o meno condivisibili condizioni di equità ma in funzione di una correlazione ormai abbastanza dimostrabile fra la crescita delle disuguaglianze ed il progressivo peggioramento dello stato di salute della Democrazia stessa?
Possibile che crediate ancora al contro-intuitivo e falsissimo dogma della “Trickle-down economics”? Che, detta in poche parole si basa sul mito che detassando i ricchi si producano effetti positivi su investimenti e sviluppo (questo però solo "nel lungo termine" :-)).

Vacche grasse nel “Lungo termine” per tutti? È dunque questo il programma?
Se questo è l’obiettivo, già Keynes rispondeva: Ma questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti”!

Ohi, ohi! Posto che si parta, si parte male!

mercoledì 16 maggio 2018

Recensione: Manifesto per il reddito di base


“Manifesto per il reddito di base”, di Federico Chicchi e Emanuele Leonardi, edizioni Laterza, ISBN 978-88-581-3134-3.

Brevissimo pamphlet sul tema (poche decine di pagine), ormai di moda del reddito di base e/o di cittadinanza.

Ha il pregio di inquadrare ideologicamente il soggetto, spiegando come esso vada distinto da eventuali altri strumenti più indicati atti a favorire il welfare e l’assistenza.

Personalmente però, al di là dell’ideologia e, immagino insieme ad altri lettori, sono interessato ad approfondire anche e soprattutto il tema della “praticabilità” di questo approccio. Riguardo a questo punto, in pochissimi stringatissimi dati, viene di fatto svelato quanto possa essere difficoltoso, dal punto di vista del reperimento delle risorse economiche, mettere in atto misure significative in questo senso. Ad esempio, secondo quanto citato dagli Autori, un reddito di circa 10.000 euro (lordi?) l’anno per i cittadini italiani (basato su una stima di 48 milioni di percipienti) richiederebbe risorse aggiuntive pari a circa il 25% del PIL! … se qualcuno trova un modo di reperire tale montagna di risorse nel contesto attuale, parliamone pure 😊!