lunedì 26 settembre 2022

QUALCHE RIFLESSIONE SUL DOPO ELEZIONI

Beh! Peccato non aver scritto questo post prima, sarebbe infatti stato di una certa consolazione sapere che le previsioni che facevo si sono perfettamente realizzate.

In sintesi (come previsto, ma questo era facile!), la destra ha stravinto per la larga affermazione di Fratelli d’Italia dopo una campagna elettorale che ha visto Giorgia Meloni come protagonista assoluta che ha completamente offuscato alleati ed avversari; dunque, c’è una sola vincitrice, lei!  Alla fine, tocca pure farle i complimenti, brava! In un contesto di affermazioni opache e di equilibrismi assai precari lei, invece, ha detto chiaramente la sua e, evidentemente, ha convinto.

A lei i miei migliori auguri ... e speriamo, fra tutti, di cavarcela! Visto che, in fondo, siamo tutti sulla stessa barca.

 Gli altri, a parte il Movimento 5 Stelle, che sotto la guida di Conte ha dimostrato di essere ancora forza vitale e, soprattutto, santo patrono delle distribuzioni “a pioggia”, sono invece tutti dei perdenti.

Non parliamo della Lega di Salvini che è stata trascinata a fondo dal suo leader, ormai chiaramente percepito, presumibilmente anche da molti dei suoi colonnelli e supporter, come un, buffone inaffidabile e, in più, prezzolato o quantomeno fortemente influenzato dalla Russia di Putin (che proprio, ad oggi, non gode di grande stima).

Forza Italia non ha chiaramente più nulla da dire, è stata svuotata dalle sue poche personalità di un certo spessore e si sta spegnendo per il progressivo processo di senescenza che caratterizza il suo leader e il suo elettorato.

I grandi artefici della loro stessa sconfitta sono però, in primo luogo il PD (per il quale, a malincuore ho in“utilmente” votato!) e, secondariamente, Azione di Calenda (e Renzi). Solo alleandosi, superando le differenze (non troppe, al vero, al netto dei meri formalismi) e reciproci asti avrebbero potuto avere una chance per queste elezioni, il bello è che lo sapevano benissimo, ma hanno preferito litigare come “checche isteriche” (mi si scusi la definizione poco inclusiva e certamente "non corretta"!) buttando a mare le già esigue possibilità di vittoria e le basi future come raggruppamento stabile e veramente rappresentativo della maggioranza silenziosa.

Fra le due coalizioni le vere responsabilità sono però diverse e, alla fine, tocca ammettere che sia il PD di Letta il massimo artefice del solito suicidio dell’area moderata (smetterò di definirla di “sinistra” perché proprio non è tale!) e della nascente, e già morta in culla, area “liberal” chiaramente di centro (e forse anche un po’ di “sinistra”). A mio avviso, il peccato mortale del PD è dei suoi leader e quello di essere chiaramente dei soggetti bisognosi di psicoterapia non riuscendo ancora ad accettare il loro ruolo di agenti politici di centro (e al più, moderatamente di sinistra) assegnatogli dalla Storia e rincorrendo ancora i velleitari sogni rivoluzionari della gioventù e le scomode alleanze degli ultimi barricaderi di estrema sinistra, carismatici e convincenti come la mummia di Lenin in decomposizione a Mosca nonché, ammettiamolo, dal loro punto di vista coerentemente,  in disaccordo su qualsiasi punto di programma che un medio elettore del PD ritenga ormai ragionevole.

In sintesi, il PD ancora non capisce che il suo elettorato è oramai di sua natura “borghese”, neanche troppo liberal e persino un po’ conservatore, soprattutto su una serie di temi spinosi quali, ad esempio, l’ordine pubblico e l’immigrazione e magari solo un po’ più aperto del suo omologo un po’ più destrorso, seppur distrattamente, su temi come l’omosessualità e le droghe leggere; in ogni caso, certamente non disposto a sfilare al Gay Pride se non per puro ed istintivo afflato festaiolo magari carburato da uno spritz di troppo, non ostile ma non disposto ad immolarsi per il DDL Zan, ma soprattutto, pronto  a tornare comunque solidamente ancorato a capisaldi più pragmatici come l’europeismo, l’economia, le finanze e la politica fiscale. Un soggetto che magari si divide fra la lettura di Repubblica e, non incoerentemente (dal suo punto di vista), del Corriere della sera ma che, all'occasione posa gli occhi sul Sole 24 ore, ma anche sul Post. Per dirla con una definizione che sicuramente aggraverebbe i problemi psicologici dei suoi leader, l’elettore medio PD, al netto del progresso sociale avvenuto nel frattempo, potrebbe collocarsi perfettamente nell'area che, al tempo della “prima repubblica” era occupata dal penta partito e persino dalla sinistra DC! ... in ogni caso ad anni luce da tentazioni neo-maoiste, staliniste, leniniste, ecc., ecc.

L’elettore PD è quindi un pantofolaio come il sottoscritto o, nei migliori casi, un giovane con la testa sul collo che pensa si futuro ecologico del pianeta ma soprattutto a quello lavorativo in Italia e vorrebbe tanto evitare di andare a lavorare in Germania (almeno per la dieta!) e che, se lo può permettere, fa volentieri l'Erasmus e che, pertanto, alla sua compagine elettorale chiede lungimiranza, moderazione, serietà, assennatezza e rigore quando serve; tutti valori che dunque, in sintesi, sono assolutamente sovrapponibili a quelli dell’area di centro-destra a sconto di qualche differenza, grande a parole e piccola nella sostanza su alcuni temi “pruriginosi” dei quali si fa spesso bandiera ma che, in fondo in fondo, non costituiscono veramente gli aspetti che interessano la maggioranza di suddetti elettori.