lunedì 28 giugno 2010

Recensione: Ascesa e declino del denaro

Ascesa e declino del Denaro di Nial Ferguson, editore Mondadori, ISBN 978-08-04-59471-0. Più che del denaro in senso stretto l’autore parla del ruolo del credito nel favorire la crescita economica. In un continuo andare avanti indietro nella storia il libro tratta della moneta metallica, dei primi contratti “futures” istituiti nell’antica Mesopotamia, delle lettere di cambio rinascimentali, dell’invenzione della partita doppia, della nascita delle società per azioni ed a responsabilità limitata, del ruolo delle assicurazioni e soprattutto della nascita del mercato obbligazionario e dei suoi legami con il debito pubblico degli Stati, con il welfare e con il mercato immobiliare. L’autore descrive anche le varie crisi che nel corso del tempo hanno segnato gli eccessi nell’uso dell’innovazione finanziaria seguendo le vicissitudini di John Law e della compagnia del Mississippi fino al default delle finanze francesi, gettando una luce sui fallimenti dell’impero spagnolo e più tardi delle repubbliche sud americane, spiegando il crepuscolo della prima società mondiale globalizzata (il mondo all’alba della prima guerra mondiale), la grande depressione, gli spasmi della repubblica di Weimar, il sistema di Bretton Woods e la sua successiva decadenza, l’illusione della democrazia “proprietaria” ed il fallimento delle “saving & Loans” durante gli anni ottanta, il ruolo dei Killer dell’economia, l’ascesa e la caduta delle “dot.com”, la grande truffa della Enron fino ad arrivare ai giorni nostri con l’attuale crisi innescata dal ricorso eccessivo all’indebitamento subprime, ai CDO (collatelarized debt obbligation) ed ai CDS (credit default swap), alla caduta degli Hedge funds (LTCM) e dei loro modelli matematici basati sul VAR e sull’uso delle gaussiane, al ruolo in ascesa dei fondi sovrani fino a “Chimerica” (termine nato dalla fusione di China & America) il “mostro” mitologico che ancora attende un novello Bellerofonte che possa domarne gli eccessi.
Il libro è bellissimo, in sintesi (e nonostante i disastri) parla di sogni: la ricchezza, la sicurezza, la casa, la prevenzione di ogni avversità, persino l’immortalità. Soprattutto è una lode all’ingegno umano ed alla sua capacità di domare il rischio ed allocare il credito in maniera sempre più efficiente; è la descrizione di un carosello continuo di illusioni, del “falò delle vanità”, di fulminee intuizioni e di immani fallimenti dettati dalla presunzione, dalla disonestà e dall’avidità. Soprattutto, sullo sfondo rimane l’invito alla riflessione ed alla consapevolezza nelle scelte per ognuno di noi, un continuo ricordarci che si affonda insieme ma che ci si salva da soli.

martedì 22 giugno 2010

Pomigliano ed oltre, dove stiamo andando?

Le vicende relative all’accordo di Pomigliano meritano di essere attentamente valutate dato il fortissimo impatto che potrebbero avere in futuro su tutti gli accordi di lavoro e sulle relazioni sindacali in Italia. In breve la piattaforma da approvare prevede, in cambio di investimenti sostanziosi, l’impegno dei sindacati e dei lavoratori al rispetto di un insieme di norme atte a garantire la produttività dello stabilimento. Detto così sembra tutto logico e lineare se non fosse che l’alternativa all’accordo sarebbe semplicemente l’abbandono del sito da parte del gruppo automobilistico con conseguenza perdita del lavoro per gli addetti allo stabilimento e per l’intero indotto legato al settore sulla falsa riga di quanto già annunciato per lo stabilimento siciliano Termini Imerese. Da una parte quindi, la Fiat si accinge ad un’operazione storica che implica la ristrutturazione di un insediamento che non è mai stato realmente produttivo (è nato per motivi “politici” come stabilimento dell’allora Alfa Romeo di Stato), caratterizzato da sempre da altissimi tassi di inefficienza ed assenteismo; si impegna non solo nel rilancio, ma persino nel progetto di trasformare il sito in un luogo di eccellenza produttiva progettando di spostare dalla Polonia (attuale fiore all’occhiello della produzione Fiat in termini di produttività!) la linea della nuova Panda. Dall’altra parte, a garanzia dell’investimento, il gruppo automobilistico chiede il rispetto da parte dei lavoratori di accordi severi intesi a garantire l’efficienza produttiva ma che, secondo parte dei sindacati (ad es. la Fiom) e in accordo con alcuni personaggi politici (in realtà pochi si sono realmente spesi su questa vicenda!) violano deliberatamente alcuni diritti e libertà costituzionali legate alla libertà di sciopero ed alla tutela in caso di malattia. Oggi i lavoratori di Pomigliano sono chiamati ad avallare o a rigettare la proposta della Fiat scegliendo in sintesi fra un posto di lavoro garantito per i prossimi anni da un ambizioso piano di investimento ma sottoposto ad un regime disciplinare inusuale per il panorama italiano legato alle grande industria e un probabile destino da cassintegrati, tra l’altro in una regione che tradizionalmente non è certo prodiga di posti di lavoro e di opportunità. Ritengo dunque probabile che la maggior parte degli operai si esprimeranno a favore degli accordi con Fiat posto che nel loro caso le necessità pratiche sono ben più rilevanti dei discorsi teorici legati alla difesa dei diritti del lavoratori; e chi può biasimarli?
Se però si prova a guardare le cose dal di fuori dello stabilimento e quindi da un posto lontano dalla sfortunata necessità di dover scegliere drasticamente fra lavoro e diritti, bisognerebbe riconoscere come sia necessario tornare a discutere seriamente degli uni e degli altri mettendo in discussione entrambi i concetti con l’obbiettivo di rendere fattibile lo svolgimento di attività produttive in Italia evitando possibilmente di rincorrere al ribasso le condizioni di tutela riscontrabili in altri paesi. Ovviamente tali ragionamenti dovrebbero essere svolti in ogni ambito sociale e ognuno di noi dovrebbe avere un’opinione a riguardo, ma in prima battuta ci si aspetterebbe che il compito di animare e regolare il dibattito spetti soprattutto alle parti politiche che sono i soggetti esattamente preposti a svolgere questo genere di attività nei confronti della collettività che rappresentano. Purtroppo però constato che nel caso della vertenza Fiat quello che è mancato è stato esattamente il dibattito e la riflessione seria della nostra classe politica per lo più assente oppure apparsa in ordine sparso attraverso interventi espressi a titolo personale ma per niente finalizzati ad intervenire direttamente mediando e smussando i termini più critici della vertenza. Di conseguenza le parti in causa sono state lasciate colpevolmente sole, entrambe con le loro sacrosante ragioni e motivazioni, ma prive di un garante superpartes che fosse visibile e tanto meno credibile.

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Per completezza allego il seguente documento (ovviamente non mio!) reperito in rete e riferibile a:

FEDERAZIONE ITALIANA METALMECCANICI
Ufficio Comunicazione
Corso Trieste, 36 – 00198 ROMA

Allegato lettera del 9 giugno 2010
1. ORARIO DI LAVORO
La produzione della futura Panda si realizzerà con l'utilizzo degli impianti di produzione per 24 ore giornaliere e per 6 giorni la settimana, comprensivi del sabato, con
uno schema di turnazione articolato a 18 turni settimanali.
L'attività lavorativa degli addetti alla produzione e collegati (quadri, impiegati e operai), a regime ordinario e ferma la durata dell'orario individuale contrattuale, sarà
articolata su tre turni giornalieri di 8 ore ciascuno a rotazione, secondo i seguenti orari:
•primo turno dalle ore 6.00 alle ore 14.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 13.30 alle ore 14.00;
•secondo turno dalle ore 14.00 alle ore 22.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 21.30 alle ore 22.00;
•terzo turno dalle ore 22.00 alle ore 6.00 del giorno successivo, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 5.30 alle ore 6.00.
La settimana lavorativa avrà pertanto inizio alle ore 6.00 del lunedì e cesserà alle ore 6.00 della domenica successiva.
Lo schema di orario prevede il riposo individuale a scorrimento nella settimana.
L'articolazione dei turni avverrà secondo lo schema di turnazione settimanale di seguito indicata: 1° - 3° - 2°
Il 18° turno, cadente tra le ore 22.00 del sabato e le ore 6.00 del giorno successivo, sarà coperto con la retribuzione afferente la festività del 4 Novembre e/o con
una/due festività cadenti di domenica (sulla base del calendario annuo), con i permessi per i lavoratori operanti sul terzo turno maturati secondo le modalità previste
dall'accordo 27 Marzo 1993 (mezz'ora accantonata sul terzo turno per 16 turni notturni effettivamente lavorati pari a 8 ore) e con la fruizione di permessi annui
retribuiti (P.A.R. contrattuali) sino a concorrenza.
Le attività di manutenzione saranno invece svolte per 24 ore giornaliere nell'arco di 7 giorni la settimana per 21 turni settimanali. L'attività lavorativa degli addetti
(quadri, impiegati e operai), a regime ordinario, sarà articolata su 3 turni strutturali di 8 ore ciascuno, con la mezz'ora retribuita per la refezione nell'arco del turno di
lavoro a rotazione e con riposi individuali settimanali a scorrimento.
L'orario di lavoro giornaliero dei lavoratori addetti al turno centrale (quadri, impiegati e operai) va dalle ore 8.00 alle ore 17.00, con un'ora di intervallo non retribuito.
Per i quadri e gli impiegati addetti al turno centrale si conferma l'attuale sistema di flessibilità dell'orario di lavoro giornaliero (orario in entrata dalle ore 8 alle ore 9
calcolato a decorrere dal primo dodicesimo di ora utile).
In alternativa, su richiesta delle Organizzazioni Sindacali nel caso in cui intendessero avvalersi della facoltà di deroga a quanto previsto dal D. Lgs. 66/2003 e
successive modifiche e integrazioni in materia di riposi giornalieri e settimanali.
La produzione della futura Panda si realizzerà con l'utilizzo degli impianti di produzione per 24 ore giornaliere e per 6 giorni la settimana, comprensivi del sabato, con
uno schema di turnazione articolato a 18 turni settimanali.
L'attività lavorativa degli addetti alla produzione e collegati (quadri, impiegati e operai), a regime ordinario e ferma la durata media dell'orario individuale contrattuale,
sarà articolata su tre turni giornalieri di 8 ore ciascuno a rotazione, secondo i seguenti orari:
•primo turno dalle ore 6.00 alle ore 14.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 13.30 alle ore 14.00;
•secondo turno dalle ore 14.00 alle ore 22.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 21.30 alle ore 22.00;
•terzo turno dalle ore 22.00 alle ore 6.00 del giorno successivo, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 5.30 alle ore 6.00.
Lo schema di orario per lo stabilimento prevede, a livello individuale, una settimana a 6 giorni lavorativi e una a 4 giorni. L'articolazione dei turni avverrà secondo lo
schema di turnazione settimanale di seguito indicata: 3° - 2° - 1°
Nella settimana a 4 giorni saranno fruiti 2 giorni consecutivi di riposo secondo il seguente schema:
- lunedì e martedì
ovvero
-mercoledì e giovedì
ovvero
-venerdì e sabato.
Preso atto delle richieste da parte delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, al fine di non effettuare il 18° turno al sabato notte, lo stesso viene anticipato
strutturalmente alla domenica notte precedente.
Pertanto il riposo settimanale domenicale avviene dalle ore 22 del sabato alle ore 22 della domenica.
Il 18° turno, cadente tra le ore 22.00 della domenica e le ore 6.00 del giorno successivo, sarà coperto con la retribuzione afferente la festività del 4 Novembre e/o con
una/due festività cadenti di domenica (sulla base del calendario annuo), con i permessi per i lavoratori operanti sul terzo turno maturati secondo le modalità previste
dall'accordo 27 Marzo 1993 (mezz'ora accantonata sul terzo turno per 16 turni notturni effettivamente lavorati pari a 8 ore) e con la fruizione di permessi annui
retribuiti (P.A.R. contrattuali) sino a concorrenza.
Le attività di manutenzione saranno invece svolte per 24 ore giornaliere nell'arco di 7 giorni la settimana per 21 turni settimanali. L'attività lavorativa degli addetti
(quadri, impiegati e operai), a regime ordinario, sarà articolata su 3 turni strutturali di 8 ore ciascuno, con la mezz'ora retribuita per la refezione nell'arco del turno di
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 06‐85.262.478 – fax 06‐85.262‐452 – Fim.comunicazione@cisl.it ‐ www.fim.cisl.it
lavoro a rotazione e con riposi individuali settimanali a scorrimento.
L'orario di lavoro giornaliero dei lavoratori addetti al turno centrale (quadri, impiegati e operai) va dalle ore 8.00 alle ore 17.00, con un'ora di intervallo non retribuito.
Per i quadri e gli impiegati addetti al turno centrale si conferma l'attuale sistema di flessibilità dell'orario di lavoro giornaliero (orario in entrata dalle ore 8 alle ore 9
calcolato a decorrere dal primo dodicesimo di ora utile).
2. LAVORO STRAORDINARIO
Per far fronte alle esigenze produttive di avviamenti, recuperi o punte di mercato, l'azienda potrà far ricorso a lavoro straordinario per 80 ore annue pro capite, senza
preventivo accordo sindacale, da effettuare a turni interi.
Nel caso dell'organizzazione dell'orario di lavoro sulla rotazione a 18 turni, il lavoro straordinario potrà essere effettuato a turni interi nel 18° turno, già coperto da
retribuzione secondo le modalità indicate al capitolo orario di lavoro, o nelle giornate di riposo.
L'Azienda comunicherà ai lavoratori, di norma con 4 giorni di anticipo, la necessità di ricorso al suddetto lavoro straordinario e terrà conto di esigenze personali entro
il limite del 20% con sostituzione tramite personale volontario.
Con accordo individuale tra azienda e lavoratore, l'attività lavorativa sul 18° turno potrà essere svolta a regime ordinario, con le maggiorazioni del lavoro notturno: in
tal caso non si darà corso alla copertura retributiva collettiva del 18° turno.
Il lavoro straordinario, nell'ambito delle 200 ore annue pro capite, potrà essere effettuato per esigenze produttive, tenuto conto del sistema articolato di pause
collettive nell'arco del turno, durante la mezz'ora di intervallo tra la fine dell'attività lavorativa di un turno e l'inizio dell'attività lavorativa del turno successivo. In questo
caso la comunicazione ai lavoratori del lavoro straordinario per esigenze produttive saranno effettuate con un preavviso minimo di 48 ore.
3. RAPPORTO DIRETTI-INDIRETTI
Con l'avvio della produzione della futura Panda e in relazione al programma formativo saranno riassegnate ai lavoratori le mansioni necessarie per assicurare un
corretto equilibrio tra operai diretti e indiretti, garantendo ai lavoratori la retribuzione e l'inquadramento precedentemente acquisiti, anche sulla base di quanto
previsto dall'art. 4, comma 11, Legge 223/91. Inoltre, a fronte di particolari fabbisogni organizzativi potrà essere richiesto ai lavoratori, compatibilmente con le loro
competenze professionali, la successiva assegnazione ad altre postazioni di lavoro.
4. BILANCIAMENTI PRODUTTIVI
La quantità di produzione prevista da effettuare per ogni turno, su ciascuna linea, e il corretto rapporto produzione/organico saranno assicurati mediante la gestione
della mobilità interna da area ad area nella prima ora del turno in relazione agli eventuali operai mancanti o, nell'arco del turno, per fronteggiare le perdite derivanti
da eventuali fermate tecniche e produttive.
5. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Per riportare il sistema produttivo dello stabilimento Giambattista Vico alle migliori condizioni degli standard internazionali di competitività, si opererà, da un lato, sulle
tecnologie e sul prodotto e, dall'altro lato, sul miglioramento dei livelli di prestazione lavorativa con le modalità previste dal sistema WCM e dal sistema Ergo-UAS.
Le soluzioni ergonomiche migliorative, derivanti dall'applicazione del sistema Ergo-UAS, permettono, sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento
continuo, un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo, nell'arco del turno di lavoro, che sostituiscono le attuali due pause di 20 minuti
ciascuna.
Sui tratti di linea meccanizzata denominati "passo – passo", in cui l'avanzamento è determinato dai lavoratori mediante il cosiddetto "pulsante di consenso", le
soluzioni ergonomiche migliorative permettono un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo o individuale a scorrimento sulla base delle
condizioni tecnico-organizzative, che sostituiscono le attuali due pause di 20 minuti ciascuna.
Per tutti i restanti lavoratori diretti e collegati al ciclo produttivo le soluzioni ergonomiche migliorative permettono la conferma della pausa di 20 minuti, da fruire anche
in due pause di 10 minuti ciascuna in modo collettivo o individuale a scorrimento.
Con l'avvio del nuovo regime di pause, i 10 minuti di incremento della prestazione lavorativa nell'arco del turno, per gli addetti alle linee a trazione meccanizzata con
scocche in movimento continuo e per gli addetti alle linee "passo-passo" a trazione meccanizzata con "pulsante di consenso", saranno monetizzati in una voce
retributiva specifica denominata "indennità di prestazione collegata alla presenza".
L'importo forfetario, da corrispondere solo per le ore di effettiva prestazione lavorativa, con esclusione tra l'altro delle ore di inattività, della mezz'ora di mensa e delle
assenze la cui copertura retributiva è per legge e/o contratto parificata alla prestazione lavorativa, per tutti gli aventi diritto, in misura di 0,1813 euro lordi ora. Tale
importo è onnicomprensivo ed è escluso dal TFR, dal momento che, in sede di quantificazione, si è tenuto conto di ogni incidenza sugli istituti legali e/o contrattuali e
pertanto il suddetto importo forfetario orario è comprensivo di tutti gli istituti legali e/o contrattuali.
6. FORMAZIONE
E' previsto un importante investimento in formazione per preparare i lavoratori e metterli in condizioni di operare nella nuova realtà produttiva. Le attività formative si
svolgeranno contemporaneamente alla ristrutturazione degli impianti e saranno fortemente collegate alle logiche WCM. I corsi di formazione saranno tenuti con i
lavoratori in cigs e le Parti convengono fin d'ora che la frequenza ai corsi sarà obbligatoria per i lavoratori interessati. Il rifiuto immotivato alla partecipazione nonché
l'ingiustificata mancata frequenza ai corsi, oltre a dar luogo alle conseguenze di legge, costituirà a ogni effetto comportamento disciplinarmente perseguibile.
Non sarà richiesto a carico Azienda alcuna integrazione o sostegno al reddito, sotto qualsiasi forma diretta o indiretta, per i lavoratori in cigs che partecipino ai corsi
di formazione.
7. RECUPERI PRODUTTIVI
Le perdite della produzione non effettuata per causa di forza maggiore o a seguito di interruzione delle forniture potranno essere recuperate collettivamente, a
regime ordinario, entro i sei mesi successivi, oltre che nella mezz'ora di intervallo fra i turni, nel 18° turno (salvaguardando la copertura retributiva collettiva) o nei
giorni di riposo individuale.
8. ASSENTEISMO
Per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche, quali in via
esemplificativa ma non esaustiva, astensioni collettive dal lavoro, manifestazioni esterne, messa in libertà per cause di forza maggiore o per mancanza di forniture,
nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a
carico dell'azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell'evento. A tale proposito l'Azienda è disponibile a costituire una commissione paritetica, formata da
un componente della RSU per ciascuna delle organizzazioni sindacali interessate e da responsabili aziendali,per esaminare i casi di particolare criticità a cui non
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applicare quanto sopra previsto.
Considerato l'elevato livello di assenteismo che si è in passato verificato nello stabilimento in concomitanza con le tornate elettorali politiche, amministrative e
referendum, tale da compromettere la normale effettuazione dell'attività produttiva, lo stabilimento potrà essere chiuso per il tempo necessario e la copertura
retributiva sarà effettuata con il ricorso a istituti retributivi collettivi (PAR residui e/o ferie) e l'eventuale recupero della produzione sarà effettuato senza oneri
aggiuntivi a carico dell'azienda e secondo le modalità definite.
Il riconoscimento dei riposi/pagamenti, di cui alla normativa vigente in materia elettorale, sarà effettuato, in tale fattispecie, esclusivamente nei confronti dei
presidenti, dei segretari e degli scrutatori di seggio regolarmente nominati e dietro presentazione di regolare certificazione.
Saranno altresì individuate, a livello di stabilimento, le modalità per un'equilibrata gestione dei permessi retribuiti di legge e/o contratto nell'arco della settimana
lavorativa.
9. CIGS
Il radicale intervento di ristrutturazione dello stabilimento Giambattista Vico per predisporre gli impianti alla produzione della futura Panda presuppone il
riconoscimento, per tutto il periodo del piano di ristrutturazione, della cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione per due anni dall'avvio degli
investimenti, previo esperimento delle procedure di legge.
In considerazione degli articolati interventi impiantistici e formativi previsti nonché della necessità di mantenimento dei normali livelli di efficienza nelle attività
previste, non potranno essere adottati meccanismi di rotazione tra i lavoratori, non sussistendone le condizioni.
10. ABOLIZIONE VOCI RETRIBUTIVE
A partire dal 1° gennaio 2011 sono abolite le seguenti voci retributive, di cui all'accordo del 4 maggio 1987 Parte III (Armonizzazione normativa e retributiva):
-paghe di posto
-indennità disagio linea
-premio mansione e premi speciali.
Le suddette voci, per i lavoratori per i quali siano considerate parte della retribuzione di riferimento nel mese di dicembre 2010, saranno accorpate nella voce
"superminimo individuale non assorbibile" a far data dal 1° gennaio 2011 secondo importi forfettari.
11. MAGGIORAZIONI LAVORO STRAORDINARIO, NOTTURNO E FESTIVO
Sono confermate le attuali maggiorazioni comprensive dell'incidenza sugli istituti legali e contrattuali.
12. POLO LOGISTICO NOLA
E' confermata la missione del polo logistico della sede di Nola.
Eventuali future esigenze di organico potranno essere soddisfatte con il trasferimento di personale dalla sede di Pomigliano d'Arco.
13. CLAUSOLA DI RESPONSABILITA'
Tutti i punti di questo documento costituiscono un insieme integrato, sicché tutte le sue clausole sono correlate ed inscindibili tra loro, con la conseguenza che il
mancato rispetto degli impegni eventualmente assunti dalle Organizzazioni Sindacali e/o dalla RSU ovvero comportamenti idonei a rendere inesigibili le condizioni
concordate per la realizzazione del Piano e i conseguenti diritti o l'esercizio dei poteri riconosciuti all'Azienda dal presente accordo, posti in essere dalle
Organizzazioni Sindacali e/o dalla RSU, anche a livello di singoli componenti, libera l'Azienda dagli obblighi derivanti dalla eventuale intesa nonché da quelli derivanti
dal CCNL Metalmeccanici in materia di:
-contributi sindacali
-permessi sindacali retribuiti di 24 ore al trimestre per i componenti degli organi direttivi nazionali e provinciali delle Organizzazioni Sindacali
ed esonera l'Azienda dal riconoscimento e conseguente applicazione delle condizioni di miglior favore rispetto al CCNL Metalmeccanici contenute negli accordi
aziendali in materia di:
-permessi sindacali aggiuntivi oltre le ore previste dalla legge 300/70 per i componenti della RSU
-riconoscimento della figura di esperto sindacale e relativi permessi sindacali.
Inoltre comportamenti, individuali e/o collettivi, dei lavoratori idonei a violare, in tutto o in parte e in misura significativa, le presenti clausole ovvero a rendere
inesigibili i diritti o l'esercizio dei poteri riconosciuti da esso all'Azienda, facendo venir meno l'interesse aziendale alla permanenza dello scambio contrattuale ed
inficiando lo spirito che lo anima, producono per l'Azienda gli stessi effetti liberatori di quanto indicato alla precedente parte del presente punto.
14. CLAUSOLE INTEGRATIVE DEL CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO
Le clausole indicate integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro al cui interno sono da considerarsi correlate ed inscindibili, sicché la violazione
da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare di cui agli elenchi, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai
provvedimenti disciplinari conservativi e ai licenziamenti per mancanze e comporta il venir meno dell'efficacia nei suoi confronti delle altre clausole.
La lettera ai dipendenti del direttore dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco
Gentile collega,
Il giorno 8 giugno 2010 la nostra Azienda ha avuto un ulteriore incontro con le Organizzazioni Sindacali nel tentativo di condividere l'unica strada percorribile per
salvare il nostro stabilimento.
Nella mia precedente lettera Le avevo illustrato quanto fosse importante per il futuro dello stabilimento, delle nostre famiglie e dell'intera regione, l'avvio in tempi
rapidi delle nuove produzioni ("futura Panda"), a patto che venissero realizzate secondo le migliori pratiche industriali, nel rispetto della sicurezza e salute dei
lavoratori e dei migliori standard di efficienza e qualità.
Oggi chiedo ancora un po' del Suo tempo, per spiegarLe che cosa dobbiamo fare per mettere in salvo il nostro stabilimento e il nostro futuro.
I punti che di seguito Le illustro sono quelli che faranno diventare competitiva la nostra fabbrica nei confronti dei nostri concorrenti nel mondo e gli unici che ci
permetteranno di superare il lungo periodo di Cassa Integrazione Guadagni che sta fortemente condizionando la nostra vita sociale e familiare.
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Ci viene offerta l'occasione di riprendere a lavorare. Cogliere questa opportunità ci consentirà di avere prospettive per il futuro e di tornare a livelli retributivi non
decurtati dal ricorso alla CIG, ma, anzi, incrementati di circa 3.000 euro lordi annui come effetto del lavoro sui tre turni.
Se vogliamo che la futura Panda venga affidata al nostro stabilimento G. Vico di Pomigliano d'Arco dobbiamo tutti condividere questa scelta ed esserne parte attiva.
Occorre andare avanti e non c'è più tempo per tentennamenti. Le richieste dell'azienda non sono nulla di straordinario: molti dei punti che Le illustrerò sono già una
realtà operativa presso altri stabilimenti del nostro Gruppo e comunque le ore di lavoro individuale (nella settimana o nella media plurisettimanale) restano 40.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi chiarimento relativo ai punti esposti nell'allegato, che Le chiedo di leggere con estrema attenzione: la Sua condivisione è
fondamentale e non può che nascere da una conoscenza chiara dei fatti.
Sebastiano Garofalo

venerdì 11 giugno 2010

Legge sulle intercettazioni

Premetto che non essendo un addetto ai lavori non mi è facilissimo capire i limiti della normativa sulle intercettazioni in corso di approvazione, mi sembra però che la diffusa protesta degli organi di pubblica sicurezza, della magistratura, dei giornalisti e persino l’allarme sollevato da alcune autorità estere (ad esempio da parte degli USA) siano prove sufficiente per guardare con estremo sospetto le nuove norme. Tutti gli organi con una certa indipendenza protestano vivacemente e questo vorrà pur dire qualcosa.
In sintesi i problemi sembrerebbero soprattutto riguardare:
1) Il limite posta alla lunghezza del periodo dell’intercettazione (non più di 75 gg prorogabili di 3 in 3) e l’impossibilità di effettuarle per reati inferiori a pene di 5 anni (a questo proposito sono ragionevolmente sicuro che da questo termine sfuggano pressoché tutti i reati “economici”, legati a tangenti e quant’altro).
2) Le limitazioni riguardo alla pubblicazione degli atti delle indagini che potranno essere pubblicati solo per riassunto, di fatto quindi non sarà possibile sapere i particolari relativi ad un indagine e poter leggere i testi di una certa intercettazione.
3) Le restrizione delle intercettazioni ambientali (microfoni, ecc) che saranno consentite per un max di 3 gg (!) prorogabili di 3 in 3.
4) Ovviamente la norma si applica anche per i processi in corso!
5) La nuova norma impedirebbe di effettuare intercettazione basandosi solo sui “gravi indizi di colpevolezza” di conseguenza le intercettazioni sarebbero autorizzabili solo quando si sia già in possesso di prove di un reato (normalmente ultimamente avviene il contrario, si parte dagli indizi ed il reato emerge dalle intercettazioni!).
Alla fine quindi il tutto non sembra affatto finalizzato alla tutela della privacy degli onesti cittadini, (ma come? Non vivevamo in costante apprensione per il rischio di ritrovare cimici “non organiche” nei nostri giacigli?!) e appare abbastanza evidente a chiunque abbia un minimo di buon senso come si tratti di un ennesimo tentativo di sottrarre la “casta” da ogni controllo da parte della magistratura e della stampa indipendente.

venerdì 4 giugno 2010

Flop in altomare

Tutta la vicenda del raid contro la flottiglia pacifista messo in atto dalle autorità israeliane sembra totalmente priva di senso e purtroppo pare denunciare la totale incapacità di Israele di“fare la cosa giusta”. Già solo leggendo le descrizioni dell’intervento si rimane sbigottiti, come hanno fatto gli ideatori di epiche operazioni di pronto intervento quali il raid ad Entebbe, oppure dell’attacco aereo ai siti nucleari iracheni a cadere così in basso? Al di là infatti delle considerazioni etiche dell’opportunità dell’intervento risulta evidente come l’operazione sia risultata inutilmente sanguinosa e che proprio questo fattore abbia trasformato il tutto in un grandissimo fiasco dal punto di vista politico e di immagine. Possibile che fosse proprio necessario abbordare la flottiglia in acque internazionali? Che fosse necessario inviare i corpi speciali come leoni dalle unghie spuntate? Che fosse necessario abbordare le navi e non semplicemente isolarle? Che non fosse stata presa in considerazione una resistenza da parte dei pacifisti? Il tutto a posteriori sembra folle e ricorda certe prese di posizione muscolari (come il raid americano a Teheran del 1979) che già in passato si sono trasformate in totali disastri militari e politici.
Sensibile l’imbarazzo dell’Egitto, costretto a rilassare il controllo dei punti di accesso alla striscia di Gaza, disastroso l’impatto sulla Turchia tradizionale alleato di Israele ma direttamente coinvolta come vittima dalla nazionalità della nave e delle vittime del raid, clamoroso il danno di immagine alla capacità militare israeliana . In sintesi, come bilancio provvisorio, proprio niente “male”!

giovedì 3 giugno 2010

Recensione: La radio ed il machete

La radio e il machete – il ruolo dei media nel genocidio in Rwanda, di Fonju Ndemesah Fausta, Infinito Edizioni. “Senza armi da fuoco, machete o altri oggetti, voi avete provocato la morte di migliaia di civili innocenti”. Questa è l’accusa del giudice Navanathem Pilay nell’introdurre la sentenza al “media trail”, il processo che riconobbe le responsabilità oggettiva dei media locali nel veicolare le idee estremiste e nell’organizzare i massacri della maggioranza Hutu ai danni della minoranza Tutsi. Il libro cerca di spiegare come sia potuto avvenire il genocidio in Rwanda nel 1994, che in circa tre mesi portò alla morte di circa 800.000 persone e spiega come i media abbiano agito in maniera premeditata per preparare il terreno prima e per facilitare poi il compito degli esecutori dei massacri. Il libro prende in particolare considerazione l’operato di Rtlm (Radio Télévision Libre de Mille Colline) e la rivista Kangura spiegando come questi media posero in atto un piano preordinato per scatenare l’odio della popolazione. Fra i vari aspetti interessanti del libro, c’è ne uno che mi ha veramente colpito ovvero la spiegazione che Hutu e Tutsi non sono affatto due diverse etnie, una autoctona e l’altra “conquistatrice”, parrebbe infatti che la componente raziale fosse infatti stabile in Rwanda da centinaia di anni. Secondo l’autore la suddivisione ha un origine economica basata sul possesso del bestiame e dei terreni e, prima che l’amministrazione coloniale belga costruisse artificiosamente e perpuetasse una classificazione raziale favorita dall'imposizione di registrare la differenza alla nascita sulla carta d’identità , vi era anche una certa permeabilità fra le due categorie (i ricchi Hutu diventavano Tutsi!). Secondo l’autore, la creazione artificiosa di due etnie è la chiave di lettura della progressiva polarizzazione che infine ha creato i presupposti dei massacri, tra l’altro proprio la semplificazione Hutu - povero - oppresso e Tutsi – ricco - straniero invasore sarà uno dei principali fattori di propaganda sul quale verrà basato il palinsesto dei media sotto processo. Viene anche sottolineato come persino i media stranieri siano rimasti accecati dalla (semplicistica) lettura etnica del conflitto causando un colpevole ritardo nello stimolare l’opinione pubblica internazionale e ritardando il conseguente intervento ONU. Non meno importante l’atto d’accusa contro le ex potenze coloniali ed in particolare contro la Francia criticata non solo per l’appoggio dato fin dalle origini alla dittatura ruandese, ma anche per la messa in pratica dell’operazione “Turquoise”, apparentemente umanitaria ma sospettata invece di essere in appoggio del traballante regime.

martedì 1 giugno 2010

Recensione: O la borsa o la vita

Edizioni Priuli & Verlucca. Dieci storie di uomini in Piemonte sul finire del settecento. Sullo sfondo un periodo di torbidi, un regno al collasso mal governato sia dalle autorità sabaude che dagli invasori francesi, terra senza legge infestata dai briganti, dagli sbandati e dalle bande partigiane, landa di frontiera fra guerre, rivolgimenti politici e conflitti civili, ignoranza e povertà. Le storie sono interessanti e pittoresche ma insufficienti ai fini di una ricostruzione della situazione storica, sociale e politica dell’epoca.