venerdì 22 novembre 2019

Recensione: "Il Piano Solo – I servizi segreti, il centro-sinistra e il “golpe” del 1964


“Il Piano Solo – I servizi segreti, il centro-sinistra e il “golpe” del 1964”, di Mimmo Franzinelli, edizione Mondadori, ISBN: 978-88-04-52662-9.

Storia e Mito dell’Italia degli anni Sessanta del Novecento, il “Piano Solo” riassume l’insieme di procedure d’emergenza da attuare da parte dell’Arma dei Carabinieri in caso di (o rischio di) presa di potere da parte della “sinistra”.

Il nome “Solo” derivava dal fatto che l’operazione sarebbe stata posta in atto “solo” dall'Arma dei Carabinieri senza ricorrere al contributo di altri Corpi di PS o reparti dell’esercito.

Il Piano venne approntato nel corso del 1964 dall'allora generale dell’Arma Giovanni De Lorenzo in corrispondenza del primo Governo di Centro-Sinistra guidato da Aldo Moro. Prevedeva l’occupazione di punti nevralgici, le procedure da attuare sul territorio al fine del mantenimento dell’ordine pubblico e, soprattutto, l’arresto e la traduzione in un luogo di isolamento pre-designato presso una base militare in Sardegna di una serie di attivisti e politici di sinistra, sia appartenenti o simpatizzanti del Partito Comunista, sia del Partito Socialista (circa 700 nominativi).

Proprio l’esistenza della lista di proscrizione fu successivamente uno dei punti centrali intorno ai quali si sollevò molto clamore non appena fu scoperta l’esistenza del piano Solo (nel 1967) attraverso un’indagine del periodico l’Espresso. Alla lista, infatti appartenevano non solo noti esponenti del movimento sindacale, giornalisti e intellettuali, ma anche non pochi parlamentari, alcuni dei quali, quelli socialisti, facenti pure parte delle alleanze di Governo.

Il Piano non solo non venne attuato ma, più precisamente, sembrerebbe di capire (anche dalla lettura del Saggio), che esso non rischiò neanche di essere realmente applicato. In questo senso, fu solo uno dei tanti “piani” messi in atto all'epoca in chiave anticomunista e, pertanto, costituisce anche una sorta di mito, forse eccessivamente enfatizzato, del nostro Novecento. Dall'altra parte, viene riconosciuto che la minaccia di un intervento di forza ebbe il suo peso sulle modalità attraverso le quali venne a formarsi il secondo governo di Centro-Sinistra Moro; la paura di una svolta autoritaria costrinse l’allora partito Socialista ad un ruolo più subalterno e alla rinuncia di molta parte del suo programma riformista finendo per screditarlo di fronte al proprio elettorato di sinistra e finendo, in sintesi, per favorire l’avanzata del partito Comunista.

Il saggio ricostruisce con precisione (allegando in appendice anche una serie di interessanti documenti) tutto il quadro e il contesto storico nel quale il Piano venne elaborato mettendo in luce, soprattutto, la psicologia, la cultura e l’ideologia dei principali personaggi coinvolti. È molto interessante per il lettore verificare quanto furono rilevanti le posizioni estremamente conservatrici (e persino più “destrorse” di quanto perorato dall'amministrazione USA e dal … Vaticano!)  dell’allora Presidente della Repubblica Antonio Segni e, più in generale, di buona parte della Democrazia Cristiana, ma anche, da parte di molti esponenti del mondo produttivo e delle Forze Armate, a cominciare dalla Confindustria per arrivare alla Banca D’Italia guidata allora dal Governatore Guido Carli.

Con quella classe politica, guardando ex post, non c’è quindi poi tanto da stupirsi di tutto ciò che finì per succedere da lì a poco: la stagione delle bombe, le trame nere, i servizi segreti deviati con i loro infiniti depistaggi, il terrorismo di destra e sinistra e, in sintesi, la fine della stagione di sviluppo economico nonché il rallentamento di quello sociale e civile per arrivare, una volta “perso il treno”, giù, giù, fino alla stasi dei nostri giorni.