martedì 14 novembre 2017

L'Italia fuori dai mondiali di calcio! ... Oibò!

La nazionale di calcio è fuori dai mondiali.

Non che sinceramente me ne importi molto; di fatto, infatti, tutto ciò sarebbe sostanzialmente irrilevante se non fosse che si dovrebbe riflettere almeno po' riguardo alle ragioni che, anno dopo anno stanno portando questo sport, un dì di eccellenza, alla crisi.

Le cause “vere” sono, a mio avviso scontate e legate al solito fenomeno della “liberalizzazione”.

Stilando un breve elenco, penso che molti dei fattori remoti scatenanti della crisi vadano ricercati nelle regole che hanno permesso ai club privati di servirsi prevalentemente di stranieri a scapito dei vivai. A questo aggiungo poi altre ragioni strutturalmente almeno altrettanto se non più rilevanti; ad esempio, i bilanci delle società calcistiche sembrano fatti apposta per riciclare denaro, mentre la necessità di competere nel mondo dell’entertainment e dello spettacolo impongono scelte vincolanti per accaparrarsi sponsor,  vendere i diritti, ecc..

In sintesi, si è premiata la politica dei club, soprattutto di quelli più dotati di risorse, a scapito dell’obiettivo e interesse “nazionale” (posto che abbia ancora senso tale termine); storia nota in tanti altri settori del nostro tessuto sociale, economico e industriale.


Oltre a ciò, possiamo sicuramente nasconderci dietro un dito adducendo le altre tantissime ragioni, alcune delle quali, anche sociali, basta soffermarsi ad osservare che il calcio non è più il gioco di strada favorito dagli italiani … anzi, nessuno gioca più in strada! 

venerdì 3 novembre 2017

Recensione: Prima dell'alba

“Prima dell’alba”, di Paolo Malaguti, Edizioni Neri Pozza, ISBN 978-88-545-1117-0.

“… e allora il Vecio si addormenta … rigirandosi nella mente quell’unica intuizione che gli pare possa avere qualche senso, nella sua vita storta: a saperlo, bisognava morire prima.
E se non si moriva, bisognava almeno disubbidire.
O almeno, ubbidendo, bisognava provare a perderla, la guerra.
E invece il Vecio ha ubbidito.
E il Vecio ha vinto la guerra.

Forse il romanzo più avvincente che ho letto in questi ultimi anni, che mette insieme la vita di trincea e gli orrori della Grande Guerra con le indagini poliziesche relative ad un incidente ferroviario occorso nell'ormai fascistizzata Italia degli anni trenta.

Cosa unisce quindi l’esperienza del “Vecio”, un fante come tanti, impegnato come tutti tenacemente a sopravvivere sul fronte italiano della prima conflitto mondiale, alle indagini svolte più di dieci anni dopo il termine di tali eventi, condotte dall’ispettore Malossi, un ex “ragazzo del ‘99” (l’ultima leva che ha partecipato al conflitto), incaricato di far luce su quella che ha tutta l’aria di una morte accidentale?

È opportuno scoprirlo personalmente perché, la storia, l’ambientazione e le descrizioni che fanno da cornice all’intera vicenda valgono la pena di essere scoperte e, la morale che se ne trae, forse dovrebbe essere applicata … all’occorrenza.

A titolo di curiosità: la morte dell’ex generale Andrea Graziani è realmente avvenuta secondo le modalità descritte nel romanzo e il caso fu effettivamente archiviato come “caduta accidentale” (cit. wikipedia).

Avevo però trovato traccia di questo incidente e dei dubbi da esso sollevato in altri libri, in questo caso di saggistica. Ad esempio, se la memoria non mi tradisce, in “Grande guerra, piccoli generali” di Lorenzo Del Boca, 9788802077086.