martedì 31 maggio 2016

Recensione: Niente di nuovo sul fronte occidentale


“Niente di nuovo sul fronte occidentale”, titolo originale: “Im Westen nichts Neues” di Erich Maria Remarque, traduzione di Stefano Jacini, edizioni Neri Pozza, ISBN 978-88-545-1167-5.
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” è un romanzo autobiografico. Attraverso il racconto del protagonista, Paul Bäumer, viene descritto il tragico destino di un’intera classe liceale, arruolatasi in blocco per partecipare alla Grande Guerra sull’onda dell’entusiasmo interventista. Paul, insieme ai compagni scoprirà presto la differenza fra gli orrori della guerra e l’immaginario eroico e patriottico, frutto delle sue fantasie, ma anche attivamente instillatogli dai professori e dalla propaganda.
Il libro, per me è un capolavoro che merita tutta la fama che gli viene comunemente accordata.
Trovo che il contenuto e il messaggio essenziale del romanzo sia efficacemente riassunto dall’Autore stesso che nella dedica iniziale scrive:” Questo libro non vuol essere né un atto d’accusa né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare una generazione la quale – anche se sfuggì alle granate – venne distrutta dalla guerra”.
In effetti, quest’opera si discosta molto, per esempio da un altro bellissimo romanzo del genere come “Un anno sull’altopiano” del nostro Emilio Lussu. Trovo anzi che le due opere costituiscano un insieme straordinariamente complementare: il primo più introspettivo, si sofferma sul disagio psicologico dei combattenti e lascia prefigurare lo sradicamento dei reduci; mentre il secondo, apparentemente più oggettivo, descrive con una dose inimitabile di sobrietà l’insensatezza della guerra, dei comandi e della vita di trincea.

sabato 21 maggio 2016

Recensione: Il sangue del sud – antistoria del risorgimento e del brigantaggio


“Il sangue del sud – antistoria del risorgimento e del brigantaggio”, di Giordano Bruno Guerri, edizioni Mondadori, ISBN 978-88-04-60330-6.
Da anni è in atto un’opera di ripensamento della storia risorgimentale finalizzata a superare una certa impostazione ideologica che non ammetteva ombre riguardo al processo di unificazione nazionale. L’Autore aggiunge un tassello importante a questa attività di ricerca attraverso un’analisi meditata del fenomeno del cosiddetto “Brigantaggio”, Tale fenomeno, particolarmente evidente fra il 1861 e il 1865, fu volutamente associato e assimilato a forme di banditismo e delinquenza comune dalle nuove élite al potere dell’Italia post-unitaria, ma in realtà assunse le caratteristiche e le dimensioni di una vera e propria guerra civile.
L’Autore va alla ricerca delle cause sociali, economiche e culturali all’origine di questo movimento aggiungendo le biografie dei più noti briganti e la descrizione dei fatti che li resero famosi.
Interessanti le conclusioni, perché l’onda lunga del conflitto sociale e culturale che fu alla base del fenomeno insurrezionale del brigantaggio, le profonde divisioni ideologiche che ne furono in parte la causa e le fratture che ne derivarono, hanno influenzato non poco la nostra storia moderna e, ancora oggi, possono essere messe in relazione con un certo grado di differenza e diffidenza reciproca che continua a contrapporre fra loro gli stessi italiani (spesso un po’ restii a sentirsi veramente tali), ma che soprattutto, tende ad allontanarli dal loro rapporto con le autorità, spesso percepite come estranee, aliene se non persino “nemiche”.

domenica 1 maggio 2016

Recensione: ’L’isola del silenzio


“’L’isola del silenzio”, di Angelica Faina e Tono Mucchi, edizioni Bookabook, ISBN: 978-88-99557-01-0.
Durante una breve vacanza su Leros, isola greca del Dodecaneso, una turista italiana, Vittoria, visita un piccolo museo locale e si ritrova ad osservare, stupita una foto risalente al periodo della Seconda Guerra Mondiale. L’immagine è identica ad una in possesso della sua famiglia e ritrae un suo zio, Tommaso, allora giovane ufficiale medico, insieme ad un gruppo di colleghi coetanei appena prima l’inizio della guerra. Il parente, in effetti risulta disperso durante la guerra (quindi ormai dato per morto), proprio sul fronte greco. Tutto sembrerebbe esaurirsi con una semplice coincidenza curiosa ma coerente fino a che, nella medesima visita, spunta una nuova foto di gruppo, successiva al periodo bellico che sembra ritrarre il medesimo uomo, vivo e vegeto e in abiti civili...
A questo punto, in Vittoria scatta qualcosa, una molla che la porterà a voler prolungare il soggiorno al solo scopo di ricostruire caparbiamente questo piccolo mistero della sua vita famigliare … e le sorprese non mancheranno.
Gli Autori di nicchia riservano spesso piacevoli sorprese e quest’opera è esattamente uno di questi casi. La lettura, infatti, è risultata assai piacevole e scorrevole, forse grazie all’ambientazione che, a me è risultata particolarmente famigliare (sono un assiduo frequentatore delle isole greche), sarà per la storia, costruita sulla base di una trama ben architettata, realistica, coerente e sufficientemente intrigante,
Sicuramente meritevole di qualche attenzione.