giovedì 30 maggio 2013

Grillo e la sindrome di "Q"


Per chi ha letto il romanzo  “Q”, il capolavoro di Luther Blisset, lo pseudonimo dietro al quale si cela il collettivo di scrittori Wu Ming, le attuali esternazioni di Grillo e dei parlamentari del M5S devono ricordare il clima creatosi tra gli anabattisti della città di Münster. L’episodio ha effettivamente un riscontro storico. Nel 1534 Münster fu occupata dagli anabattisti che, in pieno fervore religioso e rivoluzionario diedero corso ad un esperimento sociale di carattere “comunista”, sprofondando la cittadinanza in una dittatura da incubo (persino rispetto ai parametri di quel periodo!). L’attuale fase di dibattito interno, alla caccia di spie e di nemici interni ed esterni, richiama fin troppo da vicino questo tipo di situazioni deliranti. Guardando ai movimenti di matrice populista, ai quali, oltre a quelli religiosi possiamo certamente assimilare sia il comunismo, sia il nazionalsocialismo, ma anche alcune fasi della rivoluzione francese, non si fatica a trovare esempi in cui, partendo da premesse condivisibili, si finisce per degenerare nella dittatura e nel delirio paranoide che, in sintesi porta direttamente al “terrore”. Consiglierei ai Grillini di riflettere su queste cose, ricordando, nel frattempo, che la politica è l’arte del compromesso. Mi sento di aggiungere, infine, che c’è solo una genia più pericolosa dei disonesti, ed è quella dei “troppo puri”, che da altre parti, forse più esotiche, prendono il nome di Talebani.

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