lunedì 12 dicembre 2011

Decreto Salva Italia n°5: Sviluppo, liberalizzazioni, tagli e conclusioni

Non è facile dare un giudizio finale sulla manovra, non sono, infatti, personalmente in grado di valutare a pieno il peso di tutti gli interventi che, oltre a quelli esaminati precedentemente prevedono anche una serie di incentivi alle imprese, quali ad esempio: la defiscalizzazione da IRES e IRPEF della componente IRAP relativa alle spese relative al lavoro dipendente e gli sgravi alla stessa imposta per le assunzioni a tempo indeterminato di personale sotto i 35 anni di età, oppure l’ACE (aiuto alla crescita economica), che permette la detrazione dal reddito imponibile di impresa il rendimento nozionale del nuovo capitale proprio (se non erro fissato al 3% per i primi tre anni!). Vi sono poi interventi di liberalizzazione che riguardano gli orari dei negozi, la vendita dei farmaci e gli ordini professionali, nonché tagli dei costi, a cominciare da quelli della “Politica”: limitazione dei consigli provinciali, eliminazione delle giunte, riduzione del numero di componenti delle authorities, ecc.; o che prevedono la soppressione. l’accorpamento o la razionalizzazione di enti quali: INPDAP , fondo previdenziale dei dipendenti pubblici e il ENPALS, fondo di previdenza per i lavoratori dello spettacolo, i quali confluiscono entrambi nell’INPS; oppure l’ EIPLI, l’ente, per me misterioso, per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania che viene posto in liquidazione, oppure ancora i vari consorzi di gestione e regolazione dei laghi e dei relativi bacini acquiferi che confluiscono nel Consorzio nazionale per i grandi laghi prealpini; ed altre misure ancora.
Alla fine, complessivamente a me sembra una buona manovra, almeno rispetto agli standard ai quali eravamo abituati, risulta, però sostanzialmente una “Ricetta” di tipo classico basata principalmente sull’aumento delle imposte e in questo, a me pare, viene un po' svelato l’imprinting del suo ideatore, sulla serietà del quale mi sentirei di scommettere, ma dal quale non mio aspetto ne soluzioni sostanzialmente nuove che escano dal solco del liberismo, ne scelte coraggiose dal punto di vista sociale. A mio parere, il provvedimento appare carente riguardo all’aspetto dell’equità e alla fine, fra aumenti d’imposte regressivi quali l’IVA e le accise, l’istituzione dell’IMU e la mancata sterilizzazione delle imposte sulla casa per i redditi più bassi, mi aspetto che insorgano difficoltà proprio per quei contribuenti che dovrebbero invece essere maggiormente tutelati. Altro aspetto deludente è quello relativo alla lotta all’evasione; permettere la detrazione di parte dei costi per scovare coloro che, nel nostro immaginario, vengono sempre percepiti come possibili evasori non piace ai nostri politici a prescindere dal loro back ground formativo e culturale. Mi piacerebbe proprio sapere il perché di tanta prudenza riguardo a questo genere di interventi, tanto più che ciò che è stato fatto in passato per le ristrutturazioni edilizie e, fortunatamente riconfermato nella manovra, non sembra aver prodotto risultati insignificanti. Spero che tanta ritrosia non dipenda dal fatto che molti di loro appartengono proprio a quelle categorie potenzialmente indiziate. Per finire, mi permetto un consiglio. Se si riuscirà a fare qualcosa lato tagli degli sprechi e riguardo alla riduzione dei privilegi della casta, questo sarà nell’ambito della presentazione di questa manovra, di fronte alla quale, io sono convinto, la nostra classe politica dovrà fare buon viso di fronte agli occhi della nazione, pertanto, il mio suggerimento è di colpire adesso perché, a breve, non ci sarà una seconda occasione.

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