martedì 1 novembre 2011

Recensione: Il Cimitero di Praga

“Il Cimitero di Praga”, di Umberto Eco, edizioni Bompiani, ISBN: 978-88-452-6622-5.
Il romanzo si svolge per lo più a Parigi nella seconda metà dell’ottocento ed è incentrato sull’ambigua figura di fantasia del piemontese Simone Simonini: falsario, truffatore e agente doppio. Le sue peripezie lo porteranno ad entrare in contatto con una girandola di personaggi realmente vissuti e lo vedranno coprotagonista di una trama complicata che, prima lo inserirà in alcune delle principali vicende risorgimentali e poi lo coinvolgerà in una serie di avvenimenti della Francia ottocentesca. Simonini finirà per immergersi nel clima culturale parigino, entrerà in contatto con l’estremismo anarchico, avrà un ruolo nelle vicissitudini della Comune di Parigi, tramerà nell’ombra dell’”affaire Dreyfus” e soprattutto, finirà invischiato in una oscura rete di sub-cultura da lui stesso parzialmente architettata che vedrà il coinvolgimento di gesuiti, riviste cattoliche, circoli israeliti e cenacoli antisemiti, sette esoteriche, veri o sedicenti massoni, occultisti e ciarlatani. L’ambientazione si svolge nell’ambito di una convincente ricostruzione del clima dell’epoca che ben descrive una società civile sospesa fra modernità ed oscurantismo, dove accanto all’avanzare delle scienze dilaga il sapere pseudo-scientifico spesso legato alle mode dello spiritismo, del mesmerismo e dell’occultismo e dove forme perverse di scientismo laico si confrontano con forme altrettanto nefaste di clericalismo e di fanatico bigottismo religioso. Sullo sfondo, frutto diretto di questo humus culturale, monta la marea dell’antisemitismo che darà i suoi frutti mostruosi nel corso del novecento.
A mio parere Il libro è molto bello ed anche divertente purché non ci si faccia intimidire dall’Autore che, a tratti, sembra un po’ voler soverchiare il lettore con lo sfoggio del proprio virtuosismo culturale, rischiando così di rendere il romanzo un po’ troppo arzigogolato a causa di una trama forse troppo ingarbugliata. Trovo poi che la scelta dell’Autore di puntare ampiamente su temi legati alla massoneria e all’occultismo costituisca un po’ una ripetitività rispetto ad altri suoi successi editoriali, quali ad esempio “Il pendolo di Foucault”.

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