domenica 15 aprile 2012

Recensione: TAV in Val di Susa. Le ragioni di una lotta

“TAV in Val di Susa. Le ragioni di una lotta”, di Giovanni Guastini, editrice Massari, iSBN 978-88-457-0234-1.
Questo è un libro che tratta di un tema politico, di un conflitto sociale e d’interessi molto attuale e molto sentito (almeno per gli abitanti della Val di Susa), nel momento in cui, pertanto, mi accingo a sottoporlo al mio personale giudizio, le più banali regole di equità mi costringono innanzi tutto a svelare la mia posizione ideologica. Io sono un tiepido pro TAV! Forse sarebbe più onesto ammettere che faccio parte della massa vischiosa di coloro che sono sostanzialmente incapaci di farsi un’idea compiuta del bilancio di costi-benefici che implica questo progetto e soffro di quel “Pre-giudizio di razionalità” verso le decisioni pubbliche, che è stato illustrato molto bene dal Prof. Antonio Calafatti proprio all’interno del libro. Aggiungo che, abitando a Torino, sono, sì fisicamente vicino alla Val di Susa, ma, probabilmente, mi trovo abbastanza lontano dal luogo dei lavori da sentirmi sufficientemente tutelato contro i rischi e i disagi che invece si devono accollare gli abitanti della vallata. Probabilmente sono anche in un posto che, forse, trarrà effettivamente sviluppo e benefici economici dalla realizzazione di questa infrastruttura. In sintesi, mi sento pro TAV perché ho ancora fiducia nella capacità dell’autorità pubblica di fare delle scelte corrette tenendo presente le esigenze economiche e della società nazionale. Mi rendo conto che, insito in quest’atteggiamento mentale si nasconda una buona dose di dogmatismo, dall’altra parte però, posto che siamo in un contesto democratico, la presenza di un pre-giudizio a favore dell’autorità mi appare in un certo senso fisiologico e giustificabile e difficile da rigettare.
Dopo questa premessa, consiglio comunque vivamente la lettura di questo libro che, non solo ha il pregio di inquadrare abbastanza bene l’intera questione, ma che soprattutto, mi sembra, segua un approccio razionale ed è improntato a un confronto rispettoso e moderato riguardo alle scelte dell’autorità e della maggioranza, la quale per altro appare poco interessata al problema (per definizione “Locale”) e pertanto, acritica e “Silenziosa”. Ricordando che, lo spirito democratico non si esaurisce nel semplice arbitrio della maggioranza nei confronti delle minoranze e, costatando come, spesso il livello del consenso dipenda dalla distanza alla quale si traccia il confine all’interno di una collettività territoriale, ritengo un buon esercizio cimentarsi con questa pubblicazione intelligente. E mi auguro, anche al solo scopo di confortare il mio fideismo verso le nostre autorità, che esse siano in grado di fornire ai No TAV delle risposte che siano effettivamente convincenti.

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