domenica 8 aprile 2012

Recensione: Risorgimento disonorato

“Risorgimento disonorato”, di Lorenzo Del Boca, editrice UTET, iSBN 978-88-02-08422-0.
Il periodo risorgimentale, come tutti i momenti storici complessi, può essere esaminato sotto molteplici punti di vista. Si può quindi mettere in luce il processo positivo che, non senza contraddizioni, ha portato al compimento l’unità nazionale e se ne può esaltare lo spirito ideale ricorrendo magari ad ampie dosi di ampollosa retorica, oppure ancora, ci si può soffermare sugli aspetti negativi, evidenziando come il Risorgimento, se da un lato può essere sicuramente posto alla base della nostra attuale realtà nazionale, dall’altra, finì per travolgere senza troppo riguardo molte situazioni, anche virtuose, che non sappiamo come sarebbero evolute se la storia avesse seguito un altro corso, mentre, infine, sappiamo per certo come l’unità abbia portato con sé una serie di tensioni, frustrazioni e nodi irrisolti che, forse, perdurano fino ad oggi. Non bisogna poi dimenticare che, il Risorgimento, fu sì, in parte, fenomeno spontaneo e genuinamente intellettuale e culturale, ma anche il frutto di una politica imperialista promossa dal piccolo ma ambizioso regno di Sardegna. Il libro di Del Boca si colloca nel filone delle opere critiche, ma ha un taglio originale, non si sofferma, infatti, su una critica filo-meridionalista o pro-federalista del fenomeno risorgimentale, ma cerca di darci un assaggio di ciò che è avvenuto sullo sfondo, oltre la facciata degli slogan, dell’ideologia e della retorica. L’Autore racconta di servizi segreti, agenti doppi, di crimini efferati, appropriazioni indebite, saccheggi, assassinii e trame oscure; di corruzione dilagante e mazzette distribuite a piene mani; di volontà popolare manipolata e di speranze tradite; di generali incapaci, insicuri, boriosi e sanguinari e di elite rampanti, ignoranti e corrotte che si sostituirono a potenti non necessariamente peggiori di loro. A pensarci bene c’era da immaginarselo e bisogna riconoscere che, per certi versi, i nostri “Padri della Patria” gli italiani sono riusciti a farli eccome! Basta guardare alla nostra storia patria o al nostro Parlamento.
Il libro, a mio avviso, ha il solo difetto di essere un po’ frammentario; forse l’argomento meritava maggior approfondimento e soprattutto, una sintesi e un giudizio che, altre agli aspetti morali, implicasse un’analisi delle evidenti ricadute negative che si ebbero in seguito.
Rilevo invece un aspetto curioso; a parer mio, certi fatti e certi personaggi (si veda ad esempio la parte dedicata a Filippo Curletti) sono stati d’ispirazione anche a Umberto Eco per la parte del “Cimitero di Praga” che tratta dei fatti risorgimentali.

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