martedì 7 giugno 2011

Recensione: Mamadou va a morire – la strage dei clandestini nel mediterraneo

“Mamadou va a morire – la strage dei clandestini nel mediterraneo”, di Gabriele Del Grande, edizioni Infinito, ISBN 978-88-89602-14-0. Il libro racconta i percorsi di accesso all’Europa e le storie degli immigrati clandestini mettendo pesantemente sotto accusa le politiche di contenimento dei flussi migratori messe in atto dai paesi della UE. L’inchiesta è incentrata sull’area del mediterraneo, dove l’apparato difensivo di “fortezza Europa” è ormai capillare e, a detta dell’Autore, spietato. Di fatto è preclusa ogni possibilità di accesso a tutti quei migranti, soprattutto clandestini, che non hanno la possibilità di raggiungere i paesi dell’UE con mezzi ordinari e permessi temporanei. Viene pertanto sostenuto che nei fatti, la maggior parte dell’immigrazione clandestina giunge in Europa tramite canali ufficiali (visti e permessi temporanei per studio e turismo), mezzi ordinari (treni, aerei, automobili e bus) e da paesi in qualche modo “privilegiati” in virtù di accordi politici e culturali o favoriti dalla semplice vicinanza geografica (ad es. paesi sud americani, area balcanica, est europeo); in questi casi i controlli alla frontiera sono impossibili, inefficaci o semplicemente inesistenti. Nei confronti invece dell’immigrazione clandestina che proviene di fuori di questa area ristretta di paesi favoriti i controlli sono capillari, le difese quasi impenetrabili e il tentativo di espatrio si risolve in moltissimi casi in una lunga e penosa odissea con esito spesso mortale oppure con il rimpatrio forzato verso i paesi rivieraschi dai quali giunge il flusso dei clandestini, verso i quali, negli ultimi anni sono stati siglati accordi di rimpatrio. Raccogliendo interviste e raccontando le storie dei migranti, l’Autore svela i meccanismi della tratta internazionale dei clandestini e la corruzione, le ruberie e il razzismo delle autorità di quei paesi che ormai svolgono il grosso del lavoro di contenimento a favore dell’UE. Il libro è di fortissimo impatto emotivo, le storie trasudano sofferenza e l’esito è spesso tragico, mentre quasi inesistente è il lieto fine; scopo esplicito dell’Autore è scuotere le coscienze e rimuovere il velo d’ipocrisia che ci riguarda un po’ tutti. La lettura è quindi salutare, ma dall’altra parte il libro non fornisce soluzioni e alternative alla logica del controllo dei flussi migratori e la domanda: ”Che fare?” rimane, forse egoistica, magari ispirata da bassi istinti darwiniani, forse giustificata da qualche timore d’ispirazione maltusiana, ma in ogni caso in attesa di proposte concrete e di risposta.

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