In aggiunta alla gravità del
fatto in sé, il Brexit sta ponendo fortemente il problema della Scozia che, in
maniera compatta ha scelto il “Remain” per tutti i collegi elettorali (in
questo distinguendosi anche dal caso nord-irlandese!). Questo fatto rischia di
rendere ancora più complicata una vicenda che ha già ampie possibilità di agire
in senso destabilizzante.
In particolare, adesso si rischia
un pericoloso cortocircuito: la Scozia, allo stato attuale, per rimanere nella
UE dovrebbe rendersi indipendente, oppure, per salvaguardare la sua posizione,
si dovrebbe trovare una soluzione per mantenere all’interno della Comunità l’intero
Regno Unito, contravvenendo però la volontà popolare e l’esito democratico delle
elezioni.
A mio avviso, la seconda
soluzione non dovrebbe essere percorsa per nessun motivo, soprattutto perché non
conviene neanche a noi “Unionisti”. A questo punto, violare il responso
popolare, anche trovando appigli legali per farlo, creerebbe ulteriore
risentimento e esporrebbe la costruzione europea agli attacchi di tutte le
forze politiche nazionaliste. Politicamente quindi, non è solo giusto
rispettare la decisione del popolo britannico ma, piuttosto, è utile preoccuparsi
dei possibili contraccolpi che ne potrebbero derivare qualora si cercasse di
agire in senso contrario che, “de facto” se non “de jure”, creerebbe pericolosi
precedenti per la democrazia stessa. C’è poi da aggiungere che l’autopunizione
che dovrà subire il popolo britannico potrebbe essere salutare per tutti (noi)
e, un po' opportunisticamente, potrebbe essere un buon stimolo per
rivitalizzare il processo politico pro-unitario.
Neanche la prima soluzione, però,
è auspicabile e, soprattutto, non può essere attivamente promossa o supportata
dalla UE che, non può rischiare di essere accusata di fomentare la disgregazione
dei propri vicini.
Per salvare “capra e cavoli,
dunque, secondo il mio parere, il Regno Unito deve essere allontanato dalla
Comunità, ma dall’altra è necessario fare tutti gli sforzi per rimanere
inclusivi nei confronti di chi ha dimostrato in maniera così compatta e
manifesta la sua lealtà nei confronti dell’Unione. Dunque, per la Scozia ci si
dovrebbe cercare di inventare qualcosa di nuovo che non implichi, almeno
formalmente la secessione e che ne permetta la permanenza in seno alla UE.
Penso che la soluzione non possa che passare attraverso un accordo con Londra
che, anch’essa dovrebbe essere interessata a salvare le apparenze di un Regno
Britannico “Unito” che, oramai è a forte rischio di disintegrazione. Tale
scappatoia dovrebbe basarsi su un processo che preveda l’attenuazione dei legami
politici fra Scozia e Inghilterra grazie ad un processo di “devolution” che allarghi
i poteri del parlamento di Edimburgo e che, eventualmente, preveda maggior
impermeabilità territoriale fra i due territori britannici.
In sintesi, in qualche modo,
seppur metaforicamente, sarà un po’ necessario ricostruire il Vallo di Adriano,
in questo caso, però i legionari dovranno essere schierarsi dall’altro lato del
limes.
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