domenica 5 ottobre 2014

Recensione: L’io come cervello

“L’io come cervello”, titolo originale: “Touching a Nerve. The Self as a Brain”, di Patricia S. Churchland, traduzione di Gianbruno Guerrerio, edizioni Raffaello Cortina, ISBN: 978-88-6030-672-2.

Bellissima opera che mescola sapientemente temi etici e filosofici a una descrizione delle moderne scoperte nell’ambito delle neuroscienze. L’Autore si colloca in una corrente scientifica e filosofica che, in contrapposizione al cosiddetto “dualismo”, nega la separazione fra l’anima/mente da una parte e la materialità del cervello dall’altra, per sostenere, al contrario, che pensiero, mente e coscienza sono il risultato esclusivo dei nostri processi neurali. In altre parole, secondo questa corrente di pensiero, la nostra vita mentale non sarebbe altro che il sofisticato risultato dell’attività cerebrale ed essa cesserebbe con la morte del cervello. Niente trasmigrazione di anime quindi, e nessun platonico mondo delle idee perduto e al quale tornare! Questo, almeno è il risultato al quale giunge l’Autore.
Si tratta di un approccio troppo pessimistico alla vita e alla sua sensatezza, caratterizzato da una fredda visione scientifica, o peggio ancora, da un certo nichilismo? Non direi proprio! Al di là che questo saggio, nonostante le premesse dell’Autore, mi sia sembrato più incentrato su una minuziosa e interessantissima descrizione del funzionamento del cervello in funzione dello stato delle nostre attuali conoscenze fisiologiche, rispetto a quanto, invece, possa apparire un trattato di filosofia; ogni pagina di quest’opera sembra stillare amore per la scienza ed entusiasmo e le conclusioni non appaiono per niente pessimistiche, semmai costituiscono uno sprone a lottare per migliorare le nostre conoscenze e la qualità della nostra vita e un invito per liberarci dalle trame di comode ma inconsistenti e, spesso fuorvianti illusioni.

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