Bellissima opera che mescola
sapientemente temi etici e filosofici a una descrizione delle moderne scoperte
nell’ambito delle neuroscienze. L’Autore si colloca in una corrente scientifica
e filosofica che, in contrapposizione al cosiddetto “dualismo”, nega la
separazione fra l’anima/mente da una parte e la materialità del cervello dall’altra,
per sostenere, al contrario, che pensiero, mente e coscienza sono il risultato
esclusivo dei nostri processi neurali. In altre parole, secondo questa corrente di
pensiero, la nostra vita mentale non sarebbe altro che il sofisticato risultato
dell’attività cerebrale ed essa cesserebbe con la morte del cervello. Niente trasmigrazione
di anime quindi, e nessun platonico mondo delle idee perduto e al quale
tornare! Questo, almeno è il risultato al quale giunge l’Autore.
Si tratta di un approccio
troppo pessimistico alla vita e alla sua sensatezza, caratterizzato da una fredda visione scientifica, o peggio ancora, da un certo nichilismo? Non direi
proprio! Al di là che questo saggio, nonostante le premesse dell’Autore, mi sia
sembrato più incentrato su una minuziosa e interessantissima descrizione del funzionamento
del cervello in funzione dello stato delle nostre attuali conoscenze
fisiologiche, rispetto a quanto, invece, possa apparire un trattato di
filosofia; ogni pagina di quest’opera sembra stillare amore per la scienza ed
entusiasmo e le conclusioni non appaiono per niente pessimistiche, semmai costituiscono
uno sprone a lottare per migliorare le nostre conoscenze e la qualità della
nostra vita e un invito per liberarci dalle trame di comode ma inconsistenti e,
spesso fuorvianti illusioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.