mercoledì 8 ottobre 2014

Lotta alla disoccupazione e nuovi contratti di lavoro: Una bella proposta da parte della fondazione David Hume


Oggi sul quotidiano La Stampa è uscito un articolo del giornalista Luca Ricolfi che sintetizza uno studio della fondazione David Hume. Riporto qui di seguito il link alla pagina internet: http://www.lastampa.it/2014/10/08/economia/lavoro-la-proposta-della-fondazione-hume-con-il-jobitalia-mila-posti-in-pi-OfZGnvDbS7uu9koE7Wj3yH/pagina.html
In sintesi, l’articolo espone i risultati di una proposta già fatta in primavera attraverso le pagine del medesimo quotidiano e che si pone l’obiettivo di incoraggiare l’assunzione di lavoratori presso quelle aziende che già sarebbero intenzionate ad aumentare gli organici (pare che ne esistano ancora!). Secondo i ricercatori, una strada promettente per ottenere risultati efficaci sarebbe quella di creare una nuova tipologia contrattuale che, per un certo numero di anni (quattro) permetterebbe alle aziende di ridurre notevolmente il costo del lavoro attraverso una drastica riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro e incidendo, pertanto, sul cosiddetto “cuneo fiscale”.  Un aspetto interessante di tutto lo studio riguarda anche un’analisi dei possibili effetti reali di tale riforma sui conti pubblici; in questo caso, l’elemento sorprendente che sembra emergere chiaramente dai risultati dei sondaggi effettuati è che, non solo tale riforma rischierebbe di non avere impatti significativamente negativi su tali conti ma, al contrario, il risultato netto potrebbe essere di segno opposto, il che permetterebbe di raggiungere un duplice risultato: ridurre la disoccupazione (a fronte di posti di lavoro “utili” e “reali”) e, incredibile ma vero! Produrre un effetto positivo sul fronte delle entrate tributarie. Questo secondo risultato che, se non spiegato, apparirebbe sospetto o quantomeno miracoloso, scaturirebbe dal confronto fra le minori entrate dovute alla riduzione degli oneri di contribuzione a carico del datore di lavoro e i maggiori incassi dell’erario a fronte dell’aumento dei redditi da lavoro, IVA, ecc.

Non nascondo che sono molto contento dei risultati di questo studio che mi trova completamente d’accordo riguardo alle modalità attraverso le quali cominciare ad affrontare il problema della disoccupazione e della ripresa.

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