Oggi sul quotidiano La Stampa è
uscito un articolo del giornalista Luca Ricolfi che sintetizza uno studio della
fondazione David Hume. Riporto qui di seguito il link alla pagina internet: http://www.lastampa.it/2014/10/08/economia/lavoro-la-proposta-della-fondazione-hume-con-il-jobitalia-mila-posti-in-pi-OfZGnvDbS7uu9koE7Wj3yH/pagina.html
In sintesi, l’articolo espone i
risultati di una proposta già fatta in primavera attraverso le pagine del
medesimo quotidiano e che si pone l’obiettivo di incoraggiare l’assunzione di
lavoratori presso quelle aziende che già sarebbero intenzionate ad aumentare gli
organici (pare che ne esistano ancora!). Secondo i ricercatori, una strada
promettente per ottenere risultati efficaci sarebbe quella di creare una nuova
tipologia contrattuale che, per un certo numero di anni (quattro) permetterebbe
alle aziende di ridurre notevolmente il costo del lavoro attraverso una
drastica riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro e incidendo,
pertanto, sul cosiddetto “cuneo fiscale”. Un aspetto interessante di tutto lo studio
riguarda anche un’analisi dei possibili effetti reali di tale riforma sui conti
pubblici; in questo caso, l’elemento sorprendente che sembra emergere chiaramente
dai risultati dei sondaggi effettuati è che, non solo tale riforma rischierebbe
di non avere impatti significativamente negativi su tali conti ma, al
contrario, il risultato netto potrebbe essere di segno opposto, il che
permetterebbe di raggiungere un duplice risultato: ridurre la disoccupazione (a
fronte di posti di lavoro “utili” e “reali”) e, incredibile ma vero! Produrre
un effetto positivo sul fronte delle entrate tributarie. Questo secondo
risultato che, se non spiegato, apparirebbe sospetto o quantomeno miracoloso,
scaturirebbe dal confronto fra le minori entrate dovute alla riduzione degli
oneri di contribuzione a carico del datore di lavoro e i maggiori incassi dell’erario
a fronte dell’aumento dei redditi da lavoro, IVA, ecc.
Non nascondo che sono molto
contento dei risultati di questo studio che mi trova completamente d’accordo
riguardo alle modalità attraverso le quali cominciare ad affrontare il problema
della disoccupazione e della ripresa.
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