Le elezioni si sono appena terminate
con la netta affermazione del Movimento 5 Stelle. Nelle prime battute a caldo registro
soprattutto molto sconcerto da parte dell’elettorato moderato di
centro-sinistra, si teme l’ingovernabilità perché al Senato non
esiste una maggioranza chiara.
La situazione è pericolosa, non c’è
da nasconderselo perché un quadro d’instabilità potrebbe spaventare i mercati
finanziari e i partner europei; però, per chi ha memoria storica, non è detto
che lo scenario sia così negativo e che ci si debba fasciarsi la testa prima di
esserla rotta.
In primo luogo, fino a che il
sistema di voto si è basato sul sistema proporzionale, i governi della
repubblica erano spesso litigiosi e di breve durata. Nella pratica questa
relativa instabilità politica non ha impedito la realizzazione di riforme
profonde e positive. Invece, durante il cosiddetto “ventennio berlusconiano”,
durante il quale, però, ha governato anche il centro-sinistra e nonostante i
numeri che garantivano la governabilità, non si è riuscita a realizzare nessuna
riforma strutturale dell’economia ed è mancata anche qualsiasi seria apertura
riguardo ai temi sociali. Forse si potrebbe dedurre che, se chi governa, si
sente troppo sicuro della propria posizione, non ha molti interessi nel
modificare lo status quo. Non è dunque da considerarsi per forza
svantaggiosa una situazione in cui chi governa debba per forza tenere presenti
le istanze di una nuova forza politica, magari un po’ idealista e, sicuramente frammentata
e inesperta, ma che almeno appare “sana”.
Se temo una cosa in questo contesto,
non è dunque un governo minoritario al Senato che necessiti di un appoggio esterno sempre tenacemente
negoziato, ma una grande coalizione PD - PDL che finisca per essere una “Sant’Alleanza”
conservatrice contro ogni forma di riformismo e cambiamento.
Un altro aspetto da valutare, poi, è
il seguente: nella giornata di ieri, la mia personale preoccupazione non era
tanto legata all’exploit del M5s, quanto al costatare che, di ora in ora si
assottigliava il vantaggio del centro-sinistra rispetto al centro-destra alla
Camera, rischiando così di rovesciare la situazione a causa del premio di
maggioranza previsto dal “Porcellum”. Sarebbe bene ammettere che il tatticismo
immorale del PD che, nel corso dell’anno scorso ha impedito il cambiamento
della legge elettorale, ha rischiato di portare la situazione al disastro. Chi è
dunque da considerarsi veramente irresponsabile?
Scelgo quindi, almeno per oggi, l’atteggiamento
mentale di chi vede il bicchiere mezzo pieno. Io, personalmente, credo nella
ragionevolezza. Cerchiamo di dare fiducia ai nuovi venuti, gettiamo dei ponti,
incoraggiamo la loro collaborazione, sarà presto evidente se essi sono
effettivamente indipendenti nel loro modo di pensare e se anch’essi, come
credo, hanno a cuore la stabilità e il benessere del Paese.
Dunque, niente paura! Forse un buon
cane da guardia è proprio la garanzia che serve per tenere alto il livello di attenzione e, soprattutto, perché in casa nostra non
tornino a scorrazzare i ladri.
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