domenica 13 gennaio 2013

Recensione: Di armonia risuona e di follia


“Di armonia risuona e di follia”, di Eugenio Borgia, edizioni Feltrinelli, ISBN: 978-88-07-10485-5.
Una disamina sul tema della follia, riguardo al come si presenta, sul come viene vista dai “sani”, e sui suoi effetti sulla creatività. Molti artisti ne furono affetti, o soffrirono in maniera, più o meno grave, di disturbi mentali e della personalità. Fra essi noti pittori e insigni poeti, come anche filosofi e mistici, che forse, proprio grazie ad essa hanno raggiunto i vertici della loro espressività, dimostrando spesso una sensibilità fuori dal comune e un acume straordinario, finendo così per tramandare ai posteri capolavori di grande bellezza e di rara intensità.

L’Autore, medico e primario di psichiatria, illustra attraverso una serie di esempi storici, ma anche richiamandosi alla sua esperienza sul campo, gli effetti sublimi ma dolorosamente devastanti che la follia produce sugli esseri umani, svelando il tormento di chi ne è affetto ma anche le alte vette di percezione e di sensibilità alle quali essa da accesso.
Sicuramente l’Autore riesce a spiegare efficacemente l’accostamento fra genio e follia, soprattutto, egli lascia comprendere al lettore quale abisso di dolore si celi dietro a tanta capacità creativa. Bisogna quindi riconoscere che la parte più emotiva dell’opera raggiunge pienamente il suo scopo costringendo il lettore a una non facile opera d’immedesimazione e, soprattutto, a riconoscere il tributo dovuto a questi soggetti solo in parte noti e svelando, infine, il tragico fascino che alcuni di essi emanano a causa del loro particolare, estremo e affilato punto di vista. Detto ciò, premettendo di essere assolutamente ignorante in materia, a mio avviso, il libro risulta, sotto alcuni aspetti, deludente. La follia non è affrontata in termini scientifici e, in particolar modo, non è analizzata rispetto al mondo delle neuroscienze. Mancano troppe risposte: da dove viene la follia? Cosa la causa? Come si cura? Quali aree del cervello ne sono principalmente interessate? Quale deve essere il rapporto fra approccio farmacologico e quello psicologico? …
 Sotto l’approccio stilistico, invece, l’Autore mi è apparso un po’ troppo ripetitivo, troppi concetti sono spesso ribaditi, troppi termini abusati e troppe situazioni vengono descritte in termini sempre simili (forse perché effettivamente lo sono!).

 

 

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