venerdì 4 gennaio 2013

Approvate le norme per scongiurare il "Fiscal Cliff" – Reaganomics addio! (… e senza rimpianti!)


L’approvazione degli atti per evitare il fiscal cliff, il baratro fiscale, che impongono negli USA un aumento della tassazione per i redditi superiori a 400 mila dollari, sembra un buon inizio per cominciare, finalmente, a mandare in soffitta le clamorose stupidaggini (per altro avvalorate da fior di economisti nel corso degli anni!) sulle quali si basava molta della “Reaganomics”, ideologia economica, imperante fin dagli anni ottanta del novecento, che partiva dall’assunto che la diminuzione della tassazione dei redditi più alti giovasse all’economia. Oggi comincia a essere chiaro (anche se avrebbe dovuto esserlo anche allora) quanto tali affermazioni fossero prive di senso e si diffondono i segnali di un cambiamento di rotta (prima il tentativo abortito della Francia, ora gli Usa) che, infine, comincia a riconoscere quanto queste politiche siano state deleterie nei confronti della classe media che, anche a seguito di esse, risulta drasticamente diminuita negli anni in termini percentuali. Finalmente, comincia a essere anche evidente il danno arrecato alle politiche equitative e di ripartizione dei redditi che, ormai dati alla mano, nel corso di questi ultimi trent’anni mostrano una costante tendenza verso un’intollerabile polarizzazione della ricchezza. Di tutto ciò è ovviamente responsabile in grande parte lo stesso ceto medio che politicamente continua a presentarsi in ordine sparso, ma che come regola generale, sembra costantemente incapace di vigilare e tutelare i propri interessi, così arroccato su posizioni tendenzialmente conservatrici e così propenso a farsi ammaliare da leader chiaramente demagogici. Solo la pesante crisi, infatti, ha finalmente smosso un po’ le acque, ma è comunque un po’ paradossale come il cambio di rotta sia stato più determinato dall’alto e, probabilmente, vissuto come un male necessario, che effettivamente trainato dal basso, da un ceto sociale che, almeno in Italia, appare storicamente e cronicamente manipolabile e passivo.   

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