mercoledì 7 novembre 2012

Legge elettorale: Nel campo del PD pascola il Porcellum

Ho sempre avuto il sospetto che una consistente parte dei politici del PD, vista la situazione disastrosa dei partiti dell’opposizione, siano tacitamente favorevoli all’attuale sistema elettorale, il “Porcellum” e, avendo annusato la vittoria, in realtà faccia ben poco per cambiare le cose in vista delle prossime elezioni. Tale atteggiamento, evidentemente, è tatticamente comprensibile e, nella testa di questi signori, ha probabilmente il solo limite strategico di far correre al Paese quello che a loro deve sembrare un rischio limitato, cioè quello di consegnare le Camere al Movimento cinque stelle, unico improbabile contendente di una sfida elettorale che si preannuncia vincente, proprio perché incentrata su questo sistema di voto che non si può che definire osceno.
Non mancano certo le ragioni per opporsi a quest’atteggiamento machiavellico e pragmatico ed io ne posso elencare alcune, sia di ordine logico, sia inerenti alla sfera etica e morale:

Partendo dalle prime, farei notare a questi signori che le probabilità di vittoria del Movimento Cinque Stelle, per quanto a oggi possano sembrare esigue, non sono poi così limitate come probabilmente essi pensano. Ci sono, infatti, almeno un paio di ragioni che favorirebbero una possibile affermazione dei “Grillini”. La prima è sotto gli occhi di tutti; con le elezioni in Sicilia essi hanno dimostrato di non essere una forza trascurabile, di fronte ad un quadro incerto riguardo alla percentuale di astenuti, essi ormai si qualificano come un’alternativa sia per l’elettorato di sinistra, deluso dalla propria nomenclatura, sia come l’ultima spiaggia per una parte dell’elettorato di destra, che potrebbe cominciare seriamente a preferire il possibile Armageddon che seguirebbe la vittoria del Movimento rispetto al dominio incontrastato del PD. C’è poi il fattore “Renzi” che potrebbe seriamente spaccare la traballante unità della sinistra moderata che quindi potrebbe perdere il suo carattere monolitico proprio ad un passo delle prossime elezioni, oppure, in caso di sconfitta di quest’ultimo, come minimo, potrebbe portare molti potenziali elettori del PD a disertare a favore dei Cinque Stelle.

Le ragioni etiche e morali che suggeriscono di avviare un dialogo trasparente con l’obiettivo di dare al Paese una legge elettorale onesta sono invece evidenti. Vale però la pena di ricordare che tocca proprio ai leader PD fare quel gesto di maturità della classe politica che da decenni attendiamo. Infatti, è proprio nel momento in cui si è forti che tale vantaggio va sapientemente usato a favore dell’intera collettività. Per anni si è gridato allo scandalo per una legge oggettivamente scritta e voluta da soggetti che non possono che appartenere alla genia dei ladri, dei cinici oppure degli incompetenti, se però si percorre la stessa via, se si ruba una vittoria elettorale imponendo ai cittadini l’ennesimo Parlamento scarsamente rappresentativo, si è forse diversi da loro? E’ non è quindi legittimo chiedersi se è sensato votare per soggetti di tal fatta?

Dall’insieme dei due ordini di considerazioni emerge la ragionevole possibilità che proprio la scelta di seguire la linea di un tatticismo disonesto massimizzi il rischio di precipitare il Paese nel caos. Dall’altro lato, sembra che etica e logica convergano nel suggerire una scelta responsabile che restituisca all’elettorato quella reale possibilità di scelta che negli ultimi lustri gli è stata negata e che se sarà ripristinata, forse consentirà di candidare ed eleggere un Parlamento che sia migliore rispetto a quanto sia più stabile.

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