venerdì 2 novembre 2012

Recensione: Bambini Affittati – Vaché e Sërvente, un fenomeno sociale nel vecchio Piemonte rurale e montano

“Bambini Affittati – Vaché e Sërvente, un fenomeno sociale nel vecchio Piemonte rurale e montano”, di Aldo Molinengo, edizioni Priuli & Verlucca, ISBN: 978-88-8068-609-5.

Fino al dopoguerra, prima del cosiddetto “boom economico” che cominciò a fare sentire i suoi effetti a partire dagli anni cinquanta del novecento, il Piemonte, come per altro, anche il resto d’Italia, era ancora caratterizzato da un’economia fortemente agricola che occupava ancora una larga parte della popolazione la quale, per altro, viveva spesso in condizioni assai misere. In questo contesto, il lavoro minorile svolto in età precocissima (anche dai quattro/cinque anni) era piuttosto diffuso com’era estesa l’abitudine di affittare i propri figli per intere stagioni di lavoro in cambio del mero mantenimento, al più, integrato da una paga simbolica o da qualche regalo.

L’Autore ritorna su queste situazioni della nostra storia recente e, nel frattempo, ne approfitta per descrivere i ritmi, la vita e le tradizioni della società rurale, il cui insieme costituisce una cultura rimasta intatta per secoli e ormai in gran parte dimenticata nell’arco di meno di due generazioni grazie al benessere e allo sviluppo ottenuto dal nostro paese.

A ben pensare, per quelli della mia generazione questi ricordi non sono ancora spenti, ho ancora fatto in tempo a vivere e vedere alcuni dei riti tradizionali descritti in questo libro e molto mi è stato raccontato sia dai miei genitori sia dai miei nonni. E’ invece al mio bisnonno, che a dodici anni partì da una cascina del Canavese per cercare fortuna in America, che dobbiamo l’inizio della nostra “fortuna” economica, anche il suo nome figura fra i tanti che passarono da Ellis Island in cerca di miglior fortuna (che egli effettivamente trovò!).
In sintesi, il libro non può essere considerato una grande opera di ricerca, esso, infatti, contiene perlopiù ricordi e testimonianze relativi ad un'area ristretta del Piemonte, ma, nonostante ciò, è stato comunque interessante rileggere di un mondo che è ormai quasi scomparso seppure appena dietro l’angolo ma che è facile ritrovare nel paesaggio e nei ricordi.

Aggiungo una curiosità. L’Autore parla molto del Saluzzese e, in particolare della Valle Po, luoghi che conosco abbastanza bene. Fra i posti citati vi è anche Balma Boves, una località situata in prossimità del paese di Rifreddo. Questo complesso abitativo, sapientemente restaurato, è diventato una sorta di museo all’aperto ed è un luogo straordinario, incorniciato in un contesto che ha veramente qualcosa di magico e che vale una deviazione qualora foste da quelle parti.



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