mercoledì 22 settembre 2010

Recensione: Il segreto di Padre Pio

“Il segreto di Padre Pio”, di Antonio Socci, edizioni Bur, ISBN 978-88-17-02864-6. Questa estate mi era casualmente capitato di leggere un libro dell’editrice Kaos (Dossier Padre Pio - cronologia e documenti di un grande inganno) fortemente critico riguardo alla figura del monaco canonizzato, avendo in seguito letto un libro di Socci (Caterina - Diario di un padre nella tempes) che mi aveva rivelato le posizioni fortemente religiose dell’autore e costatata la presenza di un’opera sullo stesso argomento fra la sua bibliografia, mi ero messo in testa di eseguire una comparazione fra le due pubblicazioni su di un argomento “neutro”. Decisamente si è trattato di una pessima idea, il bilancio dell’operazione è stato fallimentare e il tutto si è concluso con una perdita di tempo, mitigata solo dal fatto che a metà del libro di Socci ho deciso di interromperne la lettura (in vita mia, fino ad ora mi era capitato solo una volta!). Ammetto quindi di non poter dare un giudizio basato su di una lettura completa, a me, però è parso inutile continuare a leggere qualcosa che semplicemente mi è sembrata priva di qualsiasi “valore aggiunto”. Mentre infatti le tesi della Kaos, magari anche faziose, vengono comunque abilmente documentate tanto da costruire razionalmente quantomeno un quadro verosimile, il taglio dato da Socci sembra dare tutto per scontato per verità di fede, compreso il continuo ed attivo intervento divino che fin dall’introduzione sembra quasi riprodurre scenografie da B movie cinese (nell’introduzione il fallimento dell’attentato a Giovanni Paolo II viene spiegato con l’intervento salvifico di una suora con il dono dell’ubiquità che in forma eterea ha distratto la mano assassina di Alì Agca mentre la Madonna deviava per suo conto il corso della pallottola potenzialmente mortale:-)!). Errore mio! Non si possono confrontare i punti di vista di due universi che si poggiano su regole differenti e potenzialmente antitetiche. Per altro, anche lo stile di scrittura dell’autore non è mi è conforme, a me, infatti, è stata trasmessa più che una sensazione di noia e scetticismo, una’impressione di ansia e disagio di fronte a un approccio narrativo dal quale trasuda più che altro fanatica esaltazione rispetto a una maggiormente comprensibile tensione mistica o partecipazione emotiva di fronte ad un possibile mistero di fede.

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