venerdì 10 settembre 2010

Recensione: Ammutinamento - La vera storia della corazzata Potemkin

“Ammutinamento – La vera storia della corazzata Potemkin”, di Neal Bascomb, edizioni Mondadori, ISBN 978-88-04-59134-4. Il libro racconta la storia di quello che forse è il più noto ammutinamento di tutti i tempi .
Qui di seguito allego una breve descrizione della trama tratta da http://libreriarizzoli.corriere.it
Nel 1905, anno cruciale per la Russia moderna, l'ammutinamento della corazzata Potemkin fu un evento di portata epocale perché mostrò al mondo la debolezza dell'impero zarista, ormai entrato in una crisi irreversibile, e perché fu il primo passo verso quella rivoluzione che dodici anni dopo avrebbe modificato il corso del XX secolo. E forse per questo che il clamoroso gesto di ribellione a bordo della più potente e moderna nave da guerra dello zar diede ben presto vita a un'epopea in cui l'esaltazione delle virtù eroiche e del fervore rivoluzionario di chi lo compì finì per oscurarne le cause profonde e la reale dinamica. A ristabilire la verità storica attraverso una scrupolosa ricostruzione dei fatti, e a una loro efficace drammatizzazione in un intreccio appassionante, provvede ora il documentato libro di Neal Bascomb. Pur non sottacendo l'abnegazione e l'audacia delle centinaia di semplici marinai e delle poche decine di rivoluzionari convinti di aver sposato una "causa sacrosanta", scopo dichiarato dell'autore è radicare la loro vicenda nel variegato contesto sociale e politico in cui si svolse. Innanzitutto, il graduale disfacimento del potere autocratico russo, sconfitto qualche settimana prima, proprio sui mari, dai giapponesi e minacciato dalle insurrezioni del proletariato di contadini inurbati. Ma anche i tormenti del tentennante zar Nicola II che, spaventato dal nuovo, reprimeva nel sangue le istanze di un popolo che aveva ancora fiducia in lui.


Aggiungo a queste descrizioni il mio giudizio. Il libro mi è piaciuto molto, è avvincente e scorrevole, l’autore riesce effettivamente a spiegare molto bene il contesto politico,economico e sociale in cui si trovava la Russia al momento dei fatti narrati, ma riesce anche a coinvolgere emotivamente il lettore nelle vicissitudini dei marinai coinvolti nell’ammutinamento. Nel libro emergono degli aspetti noti ma comunque interessanti, in altre parole come il ruolo di pochi elementi fortemente ideologizzati e dotati di un minimo di organizzazione fosse sufficiente ad influenzare la grande massa di marinai dubbiosi. Dall’altra emerge non solo lo stato di tremenda arretratezza che ormai caratterizzava l’autocrazia zarista, estremamente bisognosa di riforme politiche ed economiche, ma viene anche ben stigmatizzata l’inconsistenza e l’immobilismo della cosiddetta leadership intellettuale di area socialdemocratica che appare più che altro presa da inutili dibattiti, diatribe dottrinali e distinguo interni piuttosto che impegnata a svolgere un ruolo di organizzazione e di sostegno dei movimenti insurrezionali che invece emergevano spontaneamente a seguito dell’oggettiva situazione socio-economica e che spesso si coagulavano (come avverrà nel caso dell’ammutinamento) attorno alle figure di pochi disperati e/o coraggiosi soggetti. Si ha dunque l’impressione che effettivamente i moti popolari avessero luogo nonostante e non grazie ai proseliti di questi personaggi che poi alla fine finirono per acquisire in Russia le leve del potere. Condivido infine le ultime battute dell’autore che si duole del fatto che uomini come i marinai della Potemkin, che cercavano la libertà e una vita migliore, trovarono la morte in una lotta rivoluzionaria dalla quale scaturì una Russia che avrebbe avversato tali ideali in maniera altrettanto radicale di quella contro la quale essi stavano combattendo.

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