lunedì 6 gennaio 2014

Recensione: Il Grande Declino – Come crollano le istituzioni e muoiono le economie


“Il Grande Declino – Come crollano le istituzioni e muoiono le economie”, titolo originale: “The Great Degeneration”, di Niall Ferguson, traduzione di Carla Lazzari, edizioni Mondadori. ISBN: 978-88-04-63110-1.
Il “Grande Declino” tratta di un tema attualmente molto di moda, cioè delle ragioni della perdita di preminenza  dei paesi occidentali rispetto al resto del mondo. Il saggio parte idealmente dalla definizione dello “Stato stazionario”, la condizione riguardante un paese in precedenza ricco che ha cessato di crescere, descritta da Adam Smith (1723 – 1790) nella sua “Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni”. Tale definizione, un po’ paradossalmente, viste le condizioni di oggi, all’epoca riguardava la situazione dell’impero cinese.
 Nello “Stato stazionario” l’economia langue, i salari rimangono stabili o tendono a decrescere, la mobilità sociale è notevolmente ridotta. La ricchezza tende a concentrarsi nelle mani dell’elite. Le classi dominanti difficilmente, corrono il  rischio di vedere erose le proprie posizioni di rendita e anzi, tendono a instaurare situazioni di monopolio e ad appropriarsi e a espropriare le proprietà del “ceto medio”. Per molti versi, nota l’Autore, la definizione data da Dam Smith è applicabile all’attuale situazione socio-economica della maggior parte dei paesi occidentali; ma dove vanno ricercate le cause di tutto ciò? Quali sono i meccanismi che si sono inceppati e quali i rimedi?
Ferguson individua la causa più visibile della stagnazione nel problema del debito pubblico eccessivo e nella conseguente attività di “deleveraging” tesa a ridurne l’ammontare. Egli, però avverte da subito che l’eccessiva enfasi su questo problema non fornisce spiegazioni sufficienti a giustificare questa fase di ristagno e propende per una spiegazione che prenda in considerazione più elementi insieme e, a questo fine, dedica un capitolo specifico a ognuna delle “scatole nere” che, a suo dire, costituiscono il fulcro delle nostre società e le basi del successo della cultura occidentale: la democrazia, comprendendo con questo termine non solo i meccanismi di rappresentanza politica e di divisione del potere, ma anche il resto delle istituzioni legate al welfare; il capitalismo, la “Rule of Law” e la società civile.
Le conclusioni dell’Autore sono che le ragioni del ristagno occidentali vanno ricercate in una serie abbastanza complessa di concause e cofattori. In questa lista egli inserisce: l’ipertrofia delle nostre istituzioni, la rottura del patto fra generazioni, l’incapacità della classe politica e della società civile nell’accettare la necessità di riportare in equilibrio le finanze pubbliche, gli errori della “deregulation” ai quali si contrappone l’illusione di pervenire a un sistema di regolamentazione veramente efficiente ed efficace, la crescente complicazione del sistema burocratico, legale e fiscale, la crisi della società civile e dell’associazionismo …
Riguardo al mio punto di vista, posso solo aggiungere che, per quanto questo saggio di Ferguson contenga non poche riflessioni molto interessanti e, nell’insieme sia chiaro e scorrevole, mi è apparso un po’ sottotono rispetto a quanto l’Autore mi ha abituato in passato.

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