“Il Grande Declino – Come
crollano le istituzioni e muoiono le economie”, titolo originale: “The Great
Degeneration”, di Niall Ferguson, traduzione di Carla Lazzari, edizioni Mondadori.
ISBN: 978-88-04-63110-1.
Il “Grande Declino” tratta di un
tema attualmente molto di moda, cioè delle ragioni della perdita di preminenza dei paesi occidentali rispetto al resto del
mondo. Il saggio parte idealmente dalla definizione dello “Stato stazionario”,
la condizione riguardante un paese in precedenza ricco che ha cessato di
crescere, descritta da Adam Smith (1723 – 1790) nella sua “Indagine
sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni”. Tale definizione, un po’
paradossalmente, viste le condizioni di oggi, all’epoca riguardava la
situazione dell’impero cinese.
Nello “Stato stazionario” l’economia langue, i
salari rimangono stabili o tendono a decrescere, la mobilità sociale è
notevolmente ridotta. La ricchezza tende a concentrarsi nelle mani dell’elite.
Le classi dominanti difficilmente, corrono il
rischio di vedere erose le proprie posizioni di rendita e anzi, tendono a
instaurare situazioni di monopolio e ad appropriarsi e a espropriare le
proprietà del “ceto medio”. Per molti versi, nota l’Autore, la definizione data
da Dam Smith è applicabile all’attuale situazione socio-economica della maggior
parte dei paesi occidentali; ma dove vanno ricercate le cause di tutto ciò?
Quali sono i meccanismi che si sono inceppati e quali i rimedi?
Ferguson individua la causa più
visibile della stagnazione nel problema del debito pubblico eccessivo e nella
conseguente attività di “deleveraging” tesa a ridurne l’ammontare. Egli, però
avverte da subito che l’eccessiva enfasi su questo problema non fornisce
spiegazioni sufficienti a giustificare questa fase di ristagno e propende per
una spiegazione che prenda in considerazione più elementi insieme e, a questo
fine, dedica un capitolo specifico a ognuna delle “scatole nere” che, a suo
dire, costituiscono il fulcro delle nostre società e le basi del successo della
cultura occidentale: la democrazia, comprendendo con questo termine non solo i
meccanismi di rappresentanza politica e di divisione del potere, ma anche il
resto delle istituzioni legate al welfare; il capitalismo, la “Rule of Law” e la
società civile.
Le conclusioni dell’Autore sono
che le ragioni del ristagno occidentali vanno ricercate in una serie abbastanza
complessa di concause e cofattori. In questa lista egli inserisce: l’ipertrofia
delle nostre istituzioni, la rottura del patto fra generazioni, l’incapacità
della classe politica e della società civile nell’accettare la necessità di riportare
in equilibrio le finanze pubbliche, gli errori della “deregulation” ai quali si
contrappone l’illusione di pervenire a un sistema di regolamentazione veramente
efficiente ed efficace, la crescente complicazione del sistema burocratico, legale e
fiscale, la crisi della società civile e dell’associazionismo …
Riguardo al mio punto
di vista, posso solo aggiungere che, per quanto questo saggio di Ferguson
contenga non poche riflessioni molto interessanti e, nell’insieme sia chiaro e
scorrevole, mi è apparso un po’ sottotono rispetto a quanto l’Autore mi ha
abituato in passato.
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