giovedì 28 giugno 2012

Recensione: La Ragazza di fuoco

“La Ragazza di fuoco”, titolo originale: “Catching Fire”, di Suzanne Collins, traduzione di F. Paracchini e S. Brogli, edizioni Mondadori, ISBN 978-88-04-60352-8.

Seconda parte della saga degli Hunger Games. Katniss, la giovane protagonista vincitrice dell'ultima edizione dei giochi, per sopravvivere al truculento reality insieme al compagno Peeta, ha conquistato il favore dell’audience ma forzato la mano agli organizzatori, gettando involontariamente una sfida al sistema di potere. Tornata a casa, scoprirà di essere diventata un simbolo per la ribellione che cova e lentamente si accende nei distretti, mentre nel frattempo deve destreggiarsi fra le insidie del governo di Capitol City, sempre più intenzionato a trovare un modo per eliminare definitivamente la giovane “Ghiandaia” ribelle. Per il presidente Snow, la soluzione sembra trovarsi costringendo Katniss a partecipare a una nuova e speciale sessione degli Hunger Games, dalla quale non è previsto che questa volta lei possa uscirne viva. Nel frattempo esplode la rivolta!

La storia continua a essere abbastanza scorrevole e avvincente, ma il libro si presenta come elemento di passaggio verso il gran finale che si compirà solo nel terzo romanzo e il lettore percepisce questo fatto chiaramente. Nel frattempo la trama è diventata meno credibile (l’impero malvagio messo in ginocchio dalla giovane eroina!), un po’ scontata (di nuovo la “Fossa dei leoni”?!), mentre il triangolo amoroso della protagonista comincia ad apparire un po’ noioso, passionalmente fiacco (i protagonisti sembrano francamente assai imbranati, se i sedicenni sono così, non dovrò preoccuparmi troppo per i figli che crescono!) e troppo centrale e sopravvalutato rispetto alla gravità dei fatti che stanno maturando. In pratica, il tipico sequel, sopportabile ma non proprio un capolavoro.

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