giovedì 14 giugno 2012

Recensione: Il Giovane Holden

“Il Giovane Holden”, titolo originale: “The Catcher in the Rye”, di J.D. Salinger, traduzione di Adriana Motti, edizioni La Biblioteca di Repubblica, ISBN 84-96075-08-7.
Pubblicato nel 1951, è considerato uno dei capolavori di J.D. Salinger. Il romanzo vede come protagonista il giovane Holden Caulfield, un adolescente sedicenne dal carattere sensibile, problematico, ma soprattutto dotato di un particolare senso critico che lo porta spesso a porsi in contrapposizione con l’ambiente che lo circonda. Il romanzo si svolge nell’arco di un fine settimana, durante il quale il protagonista, appena cacciato dal college (per l’ennesima volta) ritorna a casa a New York compiendo fisicamente e psicologicamente un percorso parabolico che lo vedrà prima perdersi nelle proprie contraddizioni per poi ritrovare un punto di partenza (anche grazie all’intervento e all’affetto della sorellina Phoebe) che, nelle ultime pagine del romanzo, s’intuisce fruttuoso.
Nonostante la chiara fama sia del libro sia dell’Autore non sono riuscito a trovare quest’opera molto interessante. Temo però che la delusione sia, almeno in parte dovuta al linguaggio del libro che mi è apparso datato (lo “slang” adolescenziale degli anni cinquanta adesso appare ridicolo!) forse anche a causa di una traduzione che potrebbe non essere più al passo con i tempi (ma ovviamente per giudicare bisognerebbe prima leggere il testo originale). Ad esempio, già il titolo originale “The Catcher in the Rye” appare effettivamente difficilmente traducibile (e questo viene spiegato nell’introduzione dell’edizione italiana) eppure l’immagine trasmette molto chiaramente alcuni aspetti della personalità di Holden che invece, nel corso della traduzione, a mio avviso, si perdono.

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