mercoledì 11 gennaio 2012

Recensione: Elogio del Moralismo

“Elogio del Moralismo”, di Stefano Rodotà, editrice Laterza, ISBN: 978-88-420-9889-8.
L’Autore è professore di Diritto Civile presso l’Università della Sapienza di Roma ed è un noto esperto di problematiche concernenti il tema della “Tutela della privacy”. A tutto ciò si aggiunge il fatto di avere partecipato intensamente alla vita politica nazionale per buona parte della propria esistenza militando prima nelle file partito radicale per poi operare in veste di parlamentare PCI/DS/PDS per quattro legislature ricoprendo incarichi di rilievo. Dato il suo notevole curriculum politico e personale e avendo egli vissuto in prima persona e da protagonista, l’intenso e delicato momento politico che ha sancito il passaggio fra la “Prima” e la “Seconda” Repubblica, Rodotà è assolutamente autorevole e credibile nel sensibilizzare il lettore verso il tema della questione morale. E’ bene rilevare che Il titolo del libro può indurre a pensare che i contenuti possano essere un po’ prevedibili e scontati perché sicuramente molti potenziali lettori sono già ampiamente convinti della necessità di un maggior rigore nei confronti delle nostre rappresentanze politiche. Sarebbe però una leggerezza perdere l’occasione di soffermarsi sulle acute analisi dell’Autore che spiegano la genesi del malcostume politico italiano e le ragioni della scarsa volontà di tutti i partiti di farsi portavoce della “Questione morale” e di porla come tema necessariamente prioritario. Rodotà ci insegna che è nella cultura personale e politica di ogni cittadino che devono svilupparsi gli anticorpi che aiuterebbero a selezionare una migliore rappresentanza politica e pone l’accento sull’importanza che il giudizio morale degli elettori deve svolgere nei confronti dell’opera di prevenzione del malcostume politico e personale di modo che questo sia sanzionato prima ancora che possa trasformarsi in comportamenti scorretti o in veri e propri reati. Da esperto del settore, Rodotà ci ricorda che il rappresentante politico deve, per il bene della Democrazia, avere un’aspettativa di privacy ridotta nei confronti dei cittadini i quali hanno il pieno diritto di giudicare anche i suoi fatti e comportamenti privati; riafferma l’estrema importanza della “Forma” e persino dell’”Apparenza” a tutela dei valori del sistema sociale, contro le logiche del qualunquismo e del disfattismo.

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