martedì 6 settembre 2011

Statuto dei lavoratori e manovra finanziaria - Sciopero!

Oggi ho deciso di partecipare allo sciopero nazionale indetto dalla CGIL. Per me si tratta di una novità epocale. Fino ad ora infatti, ed ormai si tratta per giunta di lontani ricordi, gli unici scioperi ai quali avevo aderito erano quelli relativi al rinnovo del contratto aziendale per dipendenti assicurativi che venivano indetti dai sindacati del Gruppo Assicurativo Reale Mutua. Queste tipologie di “proteste” non avevano, almeno secondo la mia percezione, alcun significato politico ed anzi, in ottica dichiarativamente corporativa, miravano al miglioramento e non tanto alla salvaguardia delle condizioni economiche dei dipendenti. Potrei anche aggiungere che a me, nella mia disincantata gioventù, apparivano un po’ “rituali” in quanto il risultato sembrava sempre abbastanza scontato. I sindacati chiedevano e l’azienda, comunque improntata ad una gestione del personale benignamente paternalistica, inizialmente rifiutava e poi, “piegata” dalla protesta, normalmente acconsentiva alla concessione di quasi tutte (mai tutte!) le richieste. A me sembrava tutto molto “per bene” ed era ovviamente una realtà molto lontano dagli scioperi e delle lotte sindacali degli anni sessanta e settanta; soprattutto, era tutto molto distante dal tipo di confronto che ha sempre caratterizzato le relazioni sindacali del settore industriale. Sono ormai passati più di dodici anni da quando ho volontariamente lasciato in cerca di migliori occasioni e con un po’ di nostalgia, quella realtà lavorativa e i suoi “minuetti” sindacali e, nel corso di tutti questi anni, fortunatamente, non ho mai dovuto lottare per le mie richieste economiche. Dal punto di vita politico, mi sono realmente fatto coinvolgere solo nell’occasione del referendum abrogativo relativo all’applicazione dell’Art.18 dello Statuto dei Lavoratori, promosso nel 2003 da Rifondazione Comunista (anche allora mi sembrò strano questo mio schierarmi con i “comunisti” :-)!) e sonoramente bocciato dall’elettorato con una partecipazione inferiore al 26% (io ero uno fra quei pochi votanti). Allora, seppure la vicenda non mi riguardasse da vicino, ritenevo che fosse etico estendere alle realtà lavorative con pochi dipendenti quelle tutele che caratterizzano le imprese più grandi. Oggi purtroppo, non si parla più di estendere delle tutele, ma anzi si vanno ad intaccare progressivamente dei diritti importanti dei lavoratori seguendo una logica che, secondo il mio punto di vista, poco ha a che vedere con la necessità di dare maggior competitività e flessibilità al nostro sistema economico, ma che sembra semplicemente indirizzata a riportare indietro l’orologio della storia. Ecco quindi che, seppure a distanza di sicurezza dalla “piazza”, mi trovo di nuovo per motivi di coscienza a fare comunella con i “komunisti” (come li definirebbe il nostro “stimato” Presidente del Consiglio). Bene, magari non servirà a nulla, ma almeno, pensando al futuro di questo Paese e a quello dei miei figli, questo minuscolo atto di protesta questa sera mi consentirà di dormire tranquillo pensando che la vera democrazia si estrinseca in tanti piccoli singoli atti, che alla giusa di granelli di polvere vanno ad intaccare il percorso di regressione verso nuove forme di totalitarismo.
Se vogliamo poi parlare di manovra finanziaria, scopo iniziale dello sciopero! Beh, ci vorrebbero molte pagine per motivare e distillare la parola “Vergogna”…….

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