Al di là dei timori atavici che fanno un po’ sorridere, bisognerebbe cominciare a prendere atto che la politica del presidente turco Erdogan stia creando e alimentando non poche aree di tensione nel bacino del Mediterraneo e, almeno in potenza, rischia di compromettere la già non proprio esaltante immagine dell’Italia nei confronti di partner storici e alleati.
L’elenco delle interferenze del “Sultano”
è ormai numeroso, basti pensare all'interventismo militare in Siria e Libia, all'escalation
con la Grecia (legata al tema della sfera di controllo economico sul
Mediterraneo orientale), al rinnovato protagonismo nei Balcani e su Cipro
incentrato su un doppio binario di offerte di collaborazione, interferenze e
minacce.
Tutto ciò, senza dimenticare il
crescente autoritarismo che fa registrare la politica interna della Turchia.
Non è che l’Italia dovrebbe ricominciare a fare un po’ di politica estera?
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