“Prima dell’alba”, di Paolo Malaguti, Edizioni
Neri Pozza, ISBN 978-88-545-1117-0.
“…
e allora il Vecio si addormenta … rigirandosi nella mente quell’unica
intuizione che gli pare possa avere qualche senso, nella sua vita storta: a
saperlo, bisognava morire prima.
E
se non si moriva, bisognava almeno disubbidire.
O
almeno, ubbidendo, bisognava provare a perderla, la guerra.
E
invece il Vecio ha ubbidito.
E
il Vecio ha vinto la guerra.”
Forse il romanzo più avvincente che ho
letto in questi ultimi anni, che mette insieme la vita di trincea e gli
orrori della Grande Guerra con le indagini poliziesche relative ad un incidente
ferroviario occorso nell'ormai fascistizzata Italia degli anni trenta.
Cosa unisce quindi l’esperienza del “Vecio”,
un fante come tanti, impegnato come tutti tenacemente a sopravvivere sul fronte
italiano della prima conflitto mondiale, alle indagini svolte più di dieci anni
dopo il termine di tali eventi, condotte dall’ispettore Malossi, un ex “ragazzo
del ‘99” (l’ultima leva che ha partecipato al conflitto), incaricato di far
luce su quella che ha tutta l’aria di una morte accidentale?
È opportuno scoprirlo personalmente perché,
la storia, l’ambientazione e le descrizioni che fanno da cornice all’intera
vicenda valgono la pena di essere scoperte e, la morale che se ne trae, forse dovrebbe
essere applicata … all’occorrenza.
A titolo di curiosità: la morte dell’ex
generale Andrea Graziani è realmente avvenuta secondo le modalità descritte nel
romanzo e il caso fu effettivamente archiviato come “caduta accidentale” (cit.
wikipedia).
Avevo però trovato traccia di questo
incidente e dei dubbi da esso sollevato in altri libri, in questo caso di
saggistica. Ad esempio, se la memoria non mi tradisce, in “Grande guerra,
piccoli generali” di Lorenzo Del Boca, 9788802077086.
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