“Il rinoceronte d’oro”, titolo
originale: “Le Rhinochéros d’or. Histoires du Moyen Âge africain”, di François-Xavier
Fauvelle, traduzione di Anna Delfina Arcostanzo, Edizioni Einaudi, ISBN
978-88-06-23379-1.
Attraverso una trentina di capitoli
costruiti su brevi testimonianze di viaggiatori, scampoli di informazioni tramandati
per tradizione orale e pochi e ancor meno sistematici ritrovamenti, l’Autore
cerca di rimuovere un vasto “nulla” che, purtroppo risulta effettivamente da
colmare. Questa mancanza di conoscenza effettivamente è, a ben vedere, sconcertante e riguarda la Storia africana fino alla colonizzazione.
Purtroppo sappiamo pochissimo di essa; dei
popoli, delle società, degli imperi, della cultura e dei manufatti che
produssero le diverse civiltà africane che si avvicendarono in questo lungo periodo
di tempo pressoché totalmente (per adesso) consegnato all’oblio.
Dunque esattamente questo è il pregio di
quest’opera, essa ci fa comprendere che l’Africa non era solo una terra
selvaggia (e popolata da selvaggi, come certamente voleva presentarla la
retorica coloniale), ma in seno ad essa, come avvenne per altro in tantissimi in
altri luoghi del pianeta, si avvicendarono civiltà capaci di supportare società
evolute e per lo più collegate con le grandi rotte commerciali del tempo. Il
saggio però è anche gravato da un grande limite, ammesso anche dall’Autore;
purtroppo è possibile solo fornire indizi, piccoli stralci, scarne
testimonianze di ciò che fu e, in sintesi, quanto viene presentato non basta né
ad appagare la curiosità, né tanto meno a catturare il quadro d’insieme.
Le tessere che compongono il quadro sono
veramente troppo poche e troppo scollegate fra loro per lasciarne intravvedere
la figura e si finisce per rimanere un po’ delusi.
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