“Un viaggio che non promettiamo
breve – Venticinque anni di lotte no TAV), di Wu Ming 1, edizioni Einaudi, ISBN
978-88-06-22564-3.
Si tratta di un’opera di
saggistica che riassume venticinque anni di lotta sociale e politica,
soprattutto in Valle di Susa (provincia di Torino) contro la TAV, o meglio
contro “il TAV”, declinato al maschile, come farebbero notare i valsusini (per “il
treno ad alta velocità”).
Si tratta, ovviamente di un libro
di parte, ma che definisco fin da subito “eccezionale”. Questo lo affermo anche
se non mi posso definire certamente un partigiano noTAV (anni fa, semmai ero
all’opposto, poi, … goccia dopo goccia!).
Perché “eccezionale”?
1) Innanzi tutto per l’aspetto stilistico. Wu Ming 1 ha scritto un
saggio di denuncia che, al di là di quello che potrebbe pensare il lettore sull'argomento specifico, tocca delle corde profonde, intriga, appassiona e “scorre” come un bel
romanzo. Mica una cosa da poco per un soggetto così politicamente polarizzato e
che, trattato diversamente, avrebbe potuto facilmente diventare uno fra i tanti
“pipponi” ideologici e moralisti in salsa sinistro-anarco-catto-ambientalista
(si, ci sono dentro tutti, forse manca solo il “guidaico”! J), sostanzialmente scritto
solo per “addetti ai lavori” e professionisti dell’antagonismo.
E invece no! Questo è un libro che
ti pone domande e insinua dubbi … se per caso già non ne avevi!
… Come mai un’intera valle, donne, bambini,
uomini e vecchietti resiste da anni contro l’invasore come il piccolo villaggio
gallico di Asterix? Sarà l’affinità con il sangue celtico?
… Può essere un’intera comunità
di valligiani pressoché totalmente composta da banditi, anarcoinsurrezionalisti
o, quantomeno da inveterati rompiscatole afflitti dalla sindrome “Nimby” (“Not
in my backyard” – “Non nel mio cortile”)?
… Quale oscuro abominio, frutto
di atmosfere da incubo alla Lovecraft, (Howard Phillips Lovecraft 1890-1937),
Conan Doyle (Arthur Ignatius Conan Doyle 1859 – 1930) o Arthur Machen (1863 –
1947), si è incarnato in forma fisica infettando l’essenza stessa della vita
della valle?
Meno prosaicamente … i mass
media, ce la raccontano giusta quando ci presentano le gesta efferate dei
criminali noTAV?
… Cosa c’entra l’ndrangheta in
tutto ciò?
… e tanto altro, tra il quale,
molta storia della valle e delle sue esperienze, a partire da re Cozio (quello
dell’arco augusteo di Susa – 9 a.C.) fino ai giorni nostri, un bel po’ appunto!
2) Poi per la precisione nella ricostruzione dei fatti e delle
fonti riportate. Non mi risulta infatti che Wu Ming 1 sia stato querelato per
le tante affermazioni forti e per le sue ricostruzioni dei fatti che,
certamente, a noi possono apparire quantomeno “in contraddizione” con il tipo di
informazione che riceviamo leggendo la “Stampa” (Ahi! Proprio quella leggo io!).
Attraverso
la sua ricostruzione, un “branco” di facinorosi, disadattati, teppisti e professionisti
della protesta assume tutt'altra coloritura e, si comincia ad avere il sospetto
che tante siano state le ingiustizie commesse in nome del Popolo Italiano.
… Ohi! Sembrerebbe
che siano finiti in galera degli innocenti! Black Bloc, pensionati e casalinghe
assieme … C’è forse qualcosa che non quadra?
… la
magistratura, appare un tantino troppo schierata, non è che si applicano due
pesi e due misure?
Troppe
domande scomode per un povero lettore poltrone troppo avventatamente curioso
come il sottoscritto! Meglio lasciarlo stare questo libro e continuare a vivere
tranquilli con in testa poche ma granitiche certezze!
Perché non
c’è dubbio, il TAV è utile! … Vero? J
P.S. Nel
testo viene citata diffusamente una lettura che, già in passato aveva messo in
crisi la mia cieca aderenza ai dogmi della “geografia economica”, materia che
tanto mi aveva appassionato durante i miei studi di economia e commercio. Si
tratta di un’indagine che, mi risulta, sia nata da un’iniziativa del quotidiano
“La Repubblica”:
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/05/12/news/corridoio_5_binario_morto-34850474/
In ogni
caso, essa è stata formalizzata in un libro interessante che qui riporto come
riferimenti: “Binario Morto: Lisbona – Kiev, alla scoperta del corridoio 5 e
dell’alta velocità che non c’è”, di Andrea De Benedetti e Luca Rastello,
edizioni Chiarelettere, ISBN: 978-88-6190-375-3.
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