“L’invisibile ovunque”, di
Wu Ming, edizioni Einaudi, ISBN: 978-88-0622591-9.
Più che un romanzo
completo, si tratta di quattro racconti incentrati sulla Grande Guerra. I primi
due, a mio avviso completamente slegati dal resto, gli ultimi due collegati da
un filo conduttore che è l’arte, in particolare, la pittura surrealista.
Viste le aspettative che
ho verso questo collettivo di autori, considero “L’invisibile ovunque” al di sotto
degli standard ai quali questi scrittori mi hanno ormai abituato, questo però
non vuol dire che esso manchi d’interesse, semplicemente, forse, non è sempre
possibile produrre capolavori, ogni tanto, viene fuori “solo” qualcosa di
godibile ma non di eccezionale.
C’è da aggiungere comunque
che Wu Ming qualcosa finisce sempre per regalarlo ai suoi lettori, e non c’è
volta che io non sia stato costretto a fare qualche breve ricerca per appagare
la curiosità che suscitano le loro idee e i loro protagonisti. Per me, quest’aspetto
è l’unica caratteristica che salva questa raccolta da un giudizio più impietoso
e riguarda il caso del terzo e quarto racconto che, fanno emergere alcuni personaggi
storici, aspetti ed eventi della prima guerra mondiale veramente impensabili dando
a quest’opera un taglio originale e un punto di vista sul conflitto assai
inconsueto. Nello specifico, si finisce per portare alla luce un insospettabile
quanto stranissimo rapporto fra il filone artistico del surrealismo e l’arte
del mimetismo e del camuffamento. Chi l’avrebbe mai detto! Eppure sembra tutto
vero o, almeno, plausibile.
Già solo per seguire questa
traccia, dunque, potrebbe valere la pena di leggersi questa breve raccolta che,
comunque, non annoia e si divora in un attimo.
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