“Laudato Sì – Testo integrale dell’Enciclica”, di Jorge
Mario Bergoglio (Papa Francesco), Piemme Editore, ISBN: 978-88-566-4894-2.
Si tratta di un documento esplicito, semplice e
diretto che affronta alcune tematiche, la cui ricerca di soluzione diviene
sempre più urgente. L’Enciclica, scritta forse anche in prospettiva della
prossima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite
sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che si terrà a Parigi a partire dal
prossimo novembre, è incentrata sul tema della tutela dell’Ambiente.
Con tale termine deve intendersi non solo tutto ciò
che è legato alle problematiche dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici o
all’eccesso di sfruttamento delle risorse, ma anche ciò che riguarda più
strettamente l’organizzazione, il modo di vivere, i riferimenti etici, morali e
culturali delle società umane.
In estrema sintesi, il Pontefice condanna ogni forma
di eccesso che possa riguardare l’iniquo sfruttamento di uomini e natura e,
senza mezzi termini, si schiera contro l’ipocrisia di chi mette in dubbio le
cause umane del deterioramento ambientale e dell’iniqua ripartizione delle
ricchezze e delle risorse mondiali.
Ricordando a tutti, ma soprattutto ai cristiani, l’imperativo
biblico di custodire il creato, su un piano più strettamente culturale egli sembra
aggiungersi al coro, sempre più nutrito, di soggetti che invitano alla ricerca
della “Vita Buona” intesa in senso aristotelico, cioè, attiva, responsabile,
armonica e priva, per quanto possibile di eccessi.
Dal mio punto di vista, ho trovato questa Enciclica piuttosto
interessante. Non tanto per i contenuti di ogni singolo punto che, dovrebbero
essere noti o (ri)conoscibili da tutti coloro che si sforzano di osservare le
cose con un minimo di obiettività, ma perché sembra proclamare senza ambiguità una
vera e propria scelta di campo ideologica, quantomeno, da parte del Pontefice
(non è dato sapere se dell’intera ecumene!). Difficile, infatti, non leggere
una seria condanna degli eccessi del capitalismo, della mercificazione della
ricerca scientifica, del modello consumista, delle sperequazioni nella
distribuzione della ricchezza, delle pseudo-scienze economiche che illudono la
gente riguardo alle reali possibilità di crescita infinita, dell’individualismo
e della scarsa lungimiranza nei confronti delle successive generazioni. Dall’altra
parte, ravviso dei tentativi di lasciarsi alle spalle alcuni aspetti di
tradizionalismo bigotto, in primo luogo, proprio questo sforzo, che appare
genuino, di smarcarsi dai “Potenti” di porsi in contrapposizione ad essi, dall’altra,
l’emergere di un maggior senso di tolleranza verso alcune forme di
comportamento sociale non proprio in linea con l’ortodossia, ma, soprattutto, la
manifestazione di un certo spirito modernista e progressista che lascia spazio
ed ha fiducia nella scienza “Buona” e nella tecnologia quando esse siano
applicate a beneficio di tutti per il miglioramento delle condizioni di vita e
dell’intero ambiente.
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