“Il Paese Reale – Dall’assassinio di Moro all’Italia
di oggi”, di Guido Crainz, Donzelli
Editore, ISBN: 978-88-6036-732-7.
L’Autore nell’ultimo libro di una trilogia che
comprende: “la storia del miracolo italiano” e “il paese mancato”, ripercorre
la storia italiana dalla fine degli anni settanta del novecento (Aldo Moro fu
ucciso nel maggio 1978) fino al 2012.
Personalmente, ho apprezzato molto questa
ricostruzione dei fatti, anche se, penso di poter far notare che da un punto di
vista della metodologia utilizzata ai fini della loro ricostruzione, l’Autore abbia
tenuto troppo in considerazione le citazioni dei personaggi e i titoli di
cronaca apparsi sui quotidiani a detrimento di altri tipi di documentazione
che, a rigore, potrebbero essere considerati più oggettivi. Egli però può
essere giustificato per questa scelta in quanto, in fondo, si tratta ancora di fatti
e di storia molto recente e intorno ai quali prevale ancora l’aspetto dell’inchiesta
giornalistica, non immune da un certo fervore ideologico, più che l’approccio
basato sul confronto con altre fonti e il ricorso a documentazione d’archivio.
E’ dunque difficile apparire imparziali e, a questo
proposito, anche il sottoscritto non rientra fra le eccezioni ed anche per me è
assai difficoltoso formulare un giudizio obbiettivo su questo periodo. Questa difficoltà è innanzitutto dovuta ad un
aspetto puramente anagrafico, infatti, il lasso di tempo preso in
considerazione rappresenta il paesaggio e la scenografia entro il quale ho
passato la maggior parte della mia esistenza. Ero un giovane liceale sul finire
degli anni settanta, uno dei tanti studenti universitari nella seconda metà
degli anni ottanta, giovane lavoratore nei primi anni novanta e infine neo genitore
alle soglie del nuovo millennio! Il libro di Crainz ha dunque, per molti versi,
riavvolto la bobina del film della mia vita (della quale, per fortuna, fino ad
oggi non posso lamentarmi!) e mi ha fatto rivivere la parte peggiore di essa
rammentandomi la visione del disastroso contesto politico di quegli (e questi) anni
determinato dalla profonda immaturità di un’intera società civile profondamente
irresponsabile e priva di senso civico; la triste fiaba di un paese egoista che
non poteva che condurre la nazione al fallimento nonostante le sue grandissime
potenzialità.
Peccato
davvero!
…. Che musica però in questi "stramaledetti" anni ottanta-novanta!
:-)
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