“Battle Royale”, di
Koushun Takami, edizioni Mondadori, ISBN: 978-88-04-58687-6.
Ogni anno, nella Repubblica
della Grande Asia dell’Est, alcune classi della terza media vengono scelte
per partecipare al “Programma”. Esso prevede di collocare gli alunni di una
stessa classe in un luogo isolato appositamente predisposto che dovrà fungere
da scenario e da arena per la “Battle Royale”.
La “Battle Royale” è un
termine preso a prestito dalle gare di Wrestling e indica un combattimento dove
un solo contendente fra molti può uscire vincitore.
Lo scopo del “Programma”
o, per alcuni, del “Gioco” è dunque semplice, gli alunni dovranno competere in
un confronto mortale dove saranno costretti a uccidersi fra loro fino a che non
emerga un unico sopravvissuto.
La storia, scritta nel 1996
e pubblicata nel 1999 (fonte Wikipedia) è ambientata nell’anno 1997 in un
Giappone distopico, retto da un regime dittatoriale, paranoico e richiuso su se
stesso (seppur relativamente fiorente) e vede come protagonisti gli sfortunati quarantadue
ragazzi della classe terza B, scuola media di Shiroiwa, provincia di Kagawa.
Non sarà difficile, per il
lettore tracciare alcuni paragoni fra il clima che si respira nella Repubblica
della Grande Asia dell’Est e quanto si riferisce a situazioni ben più reali,
come quella della Corea del Nord o, persino, individuare alcuni paralleli con qualche
noto disastro politico-sociale (e economico, ovviamente) di matrice asiatica,
quale: l’esperienza cinese delle “Guardie Rosse” e del “Grande Balzo in Avanti”,
oppure, il regime dei Khmer Rossi in Cambogia.
Ma non è per queste "dotte"
ragioni che questo romanzo, a distanza di più di quindici anni dalla sua
pubblicazione in Giappone (dove ebbe un notevole successo), sta acquisendo una
certa notorietà anche da noi attraverso il semplice “tam tam” dei lettori. I
suoi veri punti di forza sono nella trama, nell’ambientazione e, persino, nella
caratterizzazione di alcuni personaggi, che richiamano molto da vicino il noto
ciclo degli “Hunger Games”, lasciando nei più, lo sgradevole sospetto che la
trilogia scritta dalla scrittrice Suzanne Collins, della quale, il primo
romanzo fu pubblicato nel 2008 (fonte Wikipedia), sia in realtà un plagio, tra
l’altro neanche particolarmente ben riuscito, alla luce di “Battle Royale”,
dell’opera di Koushun Takami.
A scuola (ai miei tempi) ci
ripetevano che copiare è male! In effetti, anche secondo il mio parere, “Hunger
Games” si è dimostrato una scopiazzatura non all’altezza dell’originale (anche
se a me il ciclo è comunque piaciuto!). Come lettore, però, non mi sento di biasimare
troppo la scrittrice americana, infatti, senza di lei e senza il conseguente
coro di indignazione che si è levato sempre più forte dalla tribù dei lettori,
non mi sarei mai incuriosito nei confronti di “Battle Royale”; e questo sarebbe
stato un peccato!
Prima, però, di definire
questo romanzo come “Molto Bello” bisognerebbe intendersi chiaramente sui
termini. “Battle Royale” è duro, crudo e cinico. Molte situazioni sono
abbastanza realistiche e, di conseguenza, molto violente e oggettivamente
disgustose. In più, lo stile di scrittura sembra riprendere un certo tono volutamente
piatto e, pertanto, visto il contesto, inquietante; proprio quello che ci si
aspetterebbe di trovare leggendo il resoconto di un bollettino burocratico. Infine,
l’Autore pone una certa sadica meticolosità nel dimostrarsi preciso nella
descrizione di alcuni particolari, ad esempio le caratteristiche delle armi in
genere e, di quelle da fuoco in particolare.
Si tratta quindi di una
lettura adatta a chi sa già cosa va a trovare. Il clima dominante sono il
panico, la paura di essere uccisi e l’istinto di sopravvivenza mentre, tutti i
valori sociali e morali nei quali credono almeno alcuni degli sfortunati
protagonisti, verranno seriamente messi in crisi di fronte al materializzarsi
dell’hobbesiano “Homo homini lupus” (a questo proposito sarà illuminante la
spiegazione finale riguardo agli obiettivi del “Programma”).
Anche il finale risulterà
piuttosto imprevedibile (o persino troppo scontato J?!), in ogni caso, anche
riguardo a questo punto non mancheranno certo le sorprese.
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