mercoledì 20 agosto 2014

Recensione: Antifragile – Prosperare nel Disordine


“Antifragile – Prosperare nel Disordine”, titolo originale: ”Antifragile”, di Nassim Nicholas Taleb, edizioni Il Saggiatore, ISBN: 978-88-428-1917-2.
Il saggio riprende e amplia i temi già espressi in opere precedenti, ad esempio: “Il Cigno Nero” o “Robustezza e Fragilità” e ha l’obiettivo e forse, anche la pretesa, di elevare questi concetti a filosofia di vita.
Il tema centrale si basa sulla constatazione che esistono particolari tipologie di eventi, “I cigni neri”, ai quali è impossibile applicare qualsiasi modello previsionale affidabile. Questi avvenimenti hanno la caratteristica di essere difficili da prevedere o, almeno, da rappresentare esattamente; il loro effetto è di provocare risposte “sproporzionate”, spesso di segno negativo (questi sono gli eventi dei quali ci si deve preoccupare), più felicemente, ma raramente, di segno positivo. Graficamente, essi sono descrivibili attraverso andamenti non lineari ma curvilinei e spesso asimmetrici, soprattutto sulle “code”, a indicare il grande rischio di risposte più che proporzionali al realizzarsi di particolari condizioni. Spesso per essi si sfugge alla possibilità di determinare qualche aspetto fondamentale e di estrema rilevanza come, ad esempio, il “quanto”, il “dove” o il “quando”. Normalmente, anche nei casi in cui il rischio è riconoscibile, si cerca di farne la stima attraverso l’analisi di serie storiche e modelli di calcolo probabilistici. Questa pratica, secondo l’Autore (ma, a pensarci bene, anche secondo il buon senso!) porta spesso ad agire con una falsa e pericolosa sicurezza che ci porta a sottostimare grandemente i rischi con risultati spesso tragici. Esempi intuitivi di “cigni neri” con effetti negativi sono le catastrofi naturali e un esempio eclatante della loro sottostima si può riscontrare nelle vicende legate all’incidente occorso alla centrale nucleare di Fukushima del maggio 2011.
Mentre nel “Cigno Nero” le riflessioni dell’Autore si sono originate soprattutto dall’analisi di quanto è successo durante la grande crisi del 2007, partita dall’implosione del sistema finanziario legato alla gestione dei crediti “tossici” e mutui “subprime” e che ha visto il fallimento di tutti i modelli previsionali messi a punto dai giganti della gestione del rischio; nell’”Antifragile” Taleb si pone obiettivi più ambiziosi, l’Autore ci mette in guardia nei confronti del nostro stesso modo di vivere e applica la sua visione a ogni ambito dell’esistenza, sia su un piano personale, ad esempio trattando argomenti come: la cura del corpo, la salute fisica e mentale, l’alimentazione, il modo di pensare, di apprendere e di lavorare; sia allargando l’idea a concetti più ampi quali ad esempio: i processi decisionali, i sistemi economici, politici e sociali. Si tratta quindi di una lezione che ambisce ad aprirci gli occhi e a invitarci a rifuggire, per quanto possibile, alla nostra gabbia di “fragilità”, cioè da quel sistema di false sicurezze, alimentato da erronee convenzioni e fiumi d’informazioni altrettanto inaffidabili grazie alle quali finiamo per sentirci erroneamente “sicuri” (Leggete almeno “il grande problema del tacchino”, un aneddoto saggio quanto una favola di Esopo!).
L’Autore ci spinge all’analisi di noi stessi e della nostra situazione, degli eventi che ci circondano e dei processi storici utilizzando il buon senso e gli strumenti euristici che ci sono stati trasmessi dalla tradizione. L’obiettivo è renderci “Antifragili”, cioè idonei a beneficiare dei numerosi eventi cosiddetti “improbabili”, o almeno, “robusti”, cioè predisposti per resistere a essi qualora tali accadimenti fossero di segno negativo.
Un libro bellissimo che ha molto da insegnare e che trasuda saggezza ed erudizione; pieno di storie e aneddoti raccontati con brio, ampie dosi di sarcasmo ed anche un certo coraggio (molti “Soloni” sono letteralmente messi alla berlina con tanto di nome e cognome!). Personalmente, una volta abituatomi al tono un poco saccente dell’Autore, che a tratti può irritare, ho trovato come unico difetto, quello di essere ripetitivo in alcune sue parti (soprattutto per chi ha letto altre opere del medesimo Autore).

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