“Destra e Sinistra”, di Norberto Bobbio, editrice Donzelli,
ISBN: 978-88-6843-039-9.
Si tratta della re-edizione pubblicata
in occasione del ventennale della prima uscita del saggio, apparso, appunto, per
la prima volta nel 1994 (e ripubblicato con varie aggiunte già nel 1999 e nel
2004, visto il grande successo avuto presso il pubblico).
Le riflessioni del filosofo torinese uscirono in
prossimità delle elezioni politiche, le prime tenute secondo quanto previsto
dal “Mattarellum” che modificava il sistema puramente proporzionale
introducendo il maggioritario. Com’è noto, le elezioni segnarono la discesa in
campo e l’affermazione di Silvio Berlusconi e della sua nuova creatura
politica, il movimento/partito di Forza Italia, che vinse le elezioni.
In questo contesto storico e politico
di grande trasformazione dove, dentro e fuori dal nostro Paese, ci si
confrontava con gli effetti della caduta della “Cortina di ferro” e con il
collasso dell’”Arci-nemico” dell’Occidente, l’Unione Sovietica e dei principali
regimi comunisti a essa alleati, l’Autore risponde alle obiezioni di chi
ritiene superata la storica contrapposizione fra destra e sinistra. Questi sono
anni che vedono una grande trasformazione dei partiti ex-comunisti che, salvo
piccole frange estreme, danno l’impressione di voler convergere sempre di più
verso il “Centro”, nel tentativo di adeguarsi al clima apparentemente
vittorioso di un sistema capitalistico che sembra destinato a rimanere l’unico
arbitro della situazione sociale. Sono gli anni in cui appaiono opere di
saggistica di grande successo che tendono a negare la ragione per mantenere un
focus sulle differenze fra ”Destra – Sinistra”; ad esempio, nel 1992 è
pubblicata “La fine della Storia” di Francis Fukuyama, (all’interno del saggio
è contenuto un commento di Bobbio riguardo a questa pubblicazione); mentre nel
1996 uscirà una delle opere più rappresentative del nuovo ciclo interpretativo
della storia: “Lo Scontro delle Civiltà” di Samuel P. Huntington che sminuirà
l’importanza dell’economia e delle ideologie come cause dei conflitti futuri e che,
invece, enfatizzerà più le ragioni di differenza culturale lungo quelle aree
geografiche che egli chiama “linee di faglia”.
Bobbio non nega il cambiamento
dei tempi, ma ritiene che la differenza fra destra e sinistra continuerà ad
avere senso e a essere presa come riferimento in politica. Egli spiega le sue
motivazioni cercando nel frattempo di definire oggettivamente le ragioni della
distinzione che contrappongono i due termini della diade. Secondo la sua
opinione, detta distinzione va ricercata soprattutto sul diverso significato e
sull’importanza che, i soggetti proclamatisi di una o dell’altra fazione,
danno ai termini “Libertà” e, soprattutto “Eguaglianza”.
Come il solito, la dissertazione
si svolge in tono rigoroso, pacato e, se vogliamo, anche un po’ pedante, cioè
secondo lo stile tipico del filosofo, sempre estremamente preciso, mai
aggressivo né, tantomeno esaltato.
Veramente una buona lettura.
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