Martedì 01 aprile 2014, a Torino Benito
Mussolini non è più di casa, la sua cittadinanza onoraria datata 1924 è stata “cerimoniosamente”
stralciata dal registro dei cittadini onorari per opera del nostro governo
cittadino. La popolazione finalmente può dormire sonni tranquilli!
Si potrebbe affrontare il
discorso nei confronti di quest’operazione politica da molti punti di vista, il
primo, istintivo e forse qualunquistico sarebbe sicuramente porre la fatidica
domanda: “Ma non avevano nulla di più urgente da fare?”, a me interessa però un
altro aspetto, quello della Storia.
Tutti sanno, o dovrebbero sapere,
chi fu Benito Mussolini; la Storia l’ha già abbondantemente giudicato mostrandone
i tanti, terribili, errori compiuti ed anche, se uno si documenta abbastanza
bene, rilevando quello che egli fece di buono. Alla fine, è noto come la
bilancia del giudizio globale pesi notevolmente a sfavore delle opere e delle
ideologie messe in atto da questo personaggio. Tutto però si può dire contro o
a favore di lui tranne una cosa, e cioè, non si può negare che egli abbia
occupato un posto rilevante nella storia mondiale e, in particolare, in quella
del nostro Paese.
Proprio per questa ragione non
ritengo giusto cercare di cancellare il suo ricordo in nessun modo. Semmai, la
sua figura va spiegata alle nuove generazioni e, pertanto, più si lasciano
inalterati i segni del suo passaggio più ci saranno occasioni per poterne
parlare, sperando che il passato non sia obliato ma che, al contrario ci rimanga
da monito per il nostro agire futuro.
Non penso quindi che né Torino,
né tantomeno gli attuali torinesi debbano preoccuparsi o vergognarsi del conferimento
a Mussolini della cittadinanza onoraria; alla fine, se vogliamo fare un
parallelo, le nostre strade portano spesso i nomi di una casa reale che non fu
sempre irreprensibile; anche questa, però, è la nostra storia, non abbiamo il
diritto di rinnegarla, solo di spiegarla.
La decisione di insignire della cittadinanza onoraria l’allora
versione incarnata del sempiterno “Salvatore della Patria” fu opera della
solita élite compiacente e ossequiosa verso il potere. Oggigiorno, tutto ciò si
configura come un semplice dato di fatto, un evento storico che, come altri rimane
da capire e inquadrare nel giusto contesto. Oggigiorno più che altro, questi fatti costituiscono semplici
curiosità. Sarebbe bene però che queste azioni non fossero cancellate o
nascoste, semmai esse dovrebbero essere commentate, in modo che in futuro
rimanga una traccia, un monito a non compiere i medesimi errori, a frenare
eventuali entusiasmi e infatuazioni del momento, magari verso altri personaggi apparentemente
ammantati di luce ma destinati a cadere anch’essi in disgrazia.
Dormi in pace cittadino
Mussolini, la macchia che hai lasciato sul nostro libro emerito non è la
peggiore che ti porti sulla coscienza, per me anzi, eri più utile in quell’elenco
che fuori da esso.
Che rimanga memoria di tutto
questo, che sia salvato tutto, che si restaurino persino le scritte che ancora si
ostinano ad apparire attraverso gli intonaci dei muri delle case agli ingressi
dei nostri paesi; in modo che i nostri figli s’interroghino e ci interroghino nel
vederle, perché sappiano cosa avvenne e quale fu il vero epilogo di “sparate”
come “Vincere o Morire!”.
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