Riguardo alla vicenda Telecom è “scoppiato”
il caso della rete (alleluia) e i nostri ineffabili politici si sono “improvvisamente”
accorti del problema. E dire che il tema dello scorporo delle rete dovrebbe
avere un carattere generale e, soprattutto, dovrebbe essere la prima cosa alla
quale si pensa quando si attuano delle privatizzazioni di quei servizi che,
tradizionalmente non ponevano problemi di questo genere in quanto pubblici e monopolisti.
Tanto per chiarire, quindi, il
problema non riguarda solo la rete telefonica fissa, ma anche tutte le altre
reti, a partire da quella della telefonia mobile (visto che l’argomento è all’ordine
del giorno), ma non solo, perché senza doverci pensare troppo, si arriva a
comprendere che di “reti” ce ne sono tante e non tutte sono già state
scorporate e portate sotto il controllo diretto o indiretto della Stato o di
sue emanazioni (regioni, province, comuni, ecc.); cito ad esempio: la rete
elettrica, quella autostradale, ferroviaria, telefonia fissa e linee dati,
telefonia mobile, distribuzione del gas, acqua potabile, ecc..
Dovrebbe sembrare naturale, ma
evidentemente non lo è, che le reti debbano rimanere in qualche modo sotto
controllo pubblico (magari seguendo un modello come quello attuato con TERNA,
la società che gestisce la rete elettrica), di cosa si parla sennò quando ci si
riempie la bocca utilizzando il termine “infrastrutture” (per le quali, se non
erro, abbiamo pure un ministero preposto!)?
Nel caso di Telecom, ovviamente
il problema doveva porsi subito all’atto della privatizzazione (ed anche per la
rete mobile, come ho già anticipato), in questo modo non ne staremmo parlando
adesso e, soprattutto, non si aprirebbero i prevedibili dibattiti riguardo al valore
della rete, sul reperimento delle risorse e sul veicolo che dovrà occuparsi
della futura gestione (posso suggerire di ricorrere ad una società da quotare
in borsa?). Nel caso in cui poi, l’operazione andasse in porto si porrebbe il
problema di come uniformare la rete, per esempio spiegando come si intende
agire nei confronto di coloro che, nel frattempo hanno sviluppato reti
indipendenti ed anche, potenziali duplicazioni (es Fastweb nella rete fissa e “Tre”
e Vodafone nella telefonia mobile) e chiaro infatti che, se la rete è
giustamente da considerarsi strategica, essa deve anche garantire uniformità di
accesso a tutti gli operatori di mercato e, dall’altra parte, non può “tollerare”
sovrapposizioni (per di più fuori del controllo della sfera pubblica).