“Principe di questo Mondo – Il Diavolo in Occidente”, di
Tullio Gregory, edizioni Laterza, ISBN: 978-88-58106549.
Il tema di questi libro è il Diavolo e, in termini più
generali il ruolo e la presenza di angeli e demoni nella spiegazione metafisica
del Male secondo il pensiero cristiano. Fin dalle origini, il cristianesimo, fu
influenzato dalla cultura misterica di derivazione ebraica e, più in generale,
mediorientale, per esempio attraverso il mazdeismo. Secondo la tradizione di
tutte queste credenze monoteistiche esiste un principio di corruzione dell’opera
originaria del Creatore che spiega la presenza del male sulla Terra. Comunque sia
interpretata l’origine di Satana/Lucifero, sia esso l’angelo caduto per il
peccato di orgoglio nei confronti di Dio all’atto della creazione e prima dell’esistenza
stessa del Tempo, secondo la visione agostiniana; oppure, sia esso parte delle
schiere di angeli corrotte dall’unione con le figlie degli uomini, seguendo uno
dei filoni di derivazione ebraica; o ancora, sia esso il Demiurgo, frutto di un’aberrazione
di uno degli eoni, come avviene invece secondo il pensiero gnostico, a esso
viene attribuita la signoria su “Questo Mondo”, dalla quale il genere umano può
essere sollevato solo a seguito dell’avvento del Cristo.
Il tema e la presenza del Diavolo, che agisce
direttamente o attraverso schiere di demoni, per sviare l’azione salvifica del
cristianesimo, è dunque da sempre centrale nel pensiero cristiano e soprattutto
nell’agiografia, che descrive la lotta quotidiana dei Santi contro le malie del
demonio. Esso rimarrà prevalente almeno fino all’avvento dell’Illuminismo e del
pensiero scientifico, peraltro, anch’esso visto da una parte della dottrina
cristiana come strumento del diavolo per allontanare il genere umano dalla
contemplazione di Dio.
Andando direttamente a un giudizio sul libro, posso
dire di aver trovato al suo interno molti elementi d’indubbio interesse. Esso
può essere preso in considerazione come valida base di partenza per altri
approfondimenti però, personalmente, l’ho trovato troppo sintetico e, per
alcuni versi, un po’ frammentario.
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