giovedì 28 marzo 2013

Recensione: Orgoglio e Pregiudizio


“Orgoglio e Pregiudizio”, titolo originale: “Pride and Prejudice”, di Jane Austen, traduzione di Barbara Placido,  edizioni La Biblioteca di Repubblica, ISBN: 88-89145-13-7.
La  storia è così nota, che non vale la pena di riassumerla nei particolari. Il libro, pubblicato il 28 gennaio 1813, quindi quasi esattamente duecento anni fa, racconta l’intreccio amoroso fra la giovane Elizabeth Bennet e il Signor (Fitzwilliam) Darcy. Il rapporto tra i due, partito tutto “in salita” a causa del pregiudizio di lei e dell’orgoglio di classe di lui, alla fine, finisce per concludersi con il più classico e completo dei “lieto fine”.
Per quelli come me, per i quali Il titolo del romanzo si intona e suona quasi come un ammonimento, descrivendo esattamente lo stato d’animo con il quale, come  lettore mi ci sono avvicinato, è bene ammettere subito che l’opera della Austen si è rivelata come una piacevolissima sorpresa. Certamente, la trama è si semplice e prevedibile, ma anche briosa e, diciamolo, coinvolgente. Pertanto, per quanto si sappia esattamente come le cose debbano andare a concludersi si finisce per rimanere incollati alle pagine per sapere esattamente come sarà l’esito della vicenda!
Brava Jane Austen!  Non ho idea se a lei debba essere attribuita la maternità della cosiddetta letteratura “rosa”, ma certamente, penso di potermi permettere di affermare che questa scrittrice, indipendente e moderna, ne abbia prodotto un esempio notevole in tempi non sospetti. Il mio istinto mi suggerisce anche che ci sia molto di lei e della sua visione del mondo dietro il bello sguardo, luminoso,  indagatore ma vagamente canzonatorio, della protagonista Elizabeth.

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