domenica 17 marzo 2013

Recensione: Le Affinità Elettive


“Le affinità elettive”, titolo originale “Die Wahlverwandtschaften”, di Johann Wolfgang Goethe, traduzione di Mario Santagostini, edizioni La Biblioteca di Repubblica, ISBN: 88-89145-10-2.
Circa sessanta anni prima della pubblicazione della “tavola periodica” da parte del chimico Mendeleev, l’Autore scrive un romanzo di passioni e sentimenti che s’ispira alle proprietà chimiche degli elementi. La trama del romanzo, infatti, si basa su una conversazione apparentemente casuale che avviene fra i protagonisti nella prima parte della storia; essi osservano come certe sostanze, in presenza di elementi a esse “affini”, tengono a rompere i legami molecolari originali per costituirne di nuovi, più “istintivi”, stabili e indissolubili. Così, attraverso questa metafora, illustrata nella prima del libro, si compiono i destini dei quattro protagonisti del romanzo Edoardo, Carlotta, Ottilia e il “Capitano” (che solo in poche pagine del romanzo sarà chiamato con il suo vero nome, Ottone).
Edoardo e Carlotta, lungamente amatisi in gioventù, finalmente riescono a convolare a nozze dopo essersi entrambi lasciati alle spalle dei matrimoni d’interesse seguiti dalla vedovanza. Essi vivono un’esistenza pacata e apparentemente felice presso la propria tenuta in campagna. Per una serie di circostanze casuali, a essi si uniscono l’amico di lui, il Capitano e la bella Ottilia, giovane nipote e pupilla di lei. Presto, quasi in virtù di una legge fisica inesorabile, fra essi si sviluppano delle attrazioni incrociate. Carlotta e il Capitano, entrambi metodici, riflessivi e razionali si avvicinano fra loro, mentre fra Edoardo e Ottilia, entrambi sensuali e istintivi, si scatena una passione che, soprattutto da parte di Edoardo, appare subito smodata e incontrollabile e che alla fine li porterà a un tragico, quanto inesorabile destino.
Per tutto il corso della vicenda, anche attraverso il manifestarsi di emblematici segni premonitori, si prepara il terreno alla tragedia che, puntualmente finirà per sopraffare i protagonisti. Niente potrà essere frapposto a una “reazione” di personalità che, seguendo la trama del romanzo, è vista dall’Autore come fisiologica, preordinata e necessaria.
 L’opera di Goethe risulta gradevole, soprattutto nella prima parte, mentre la seconda appare un po’ troppo lenta ed eccessivamente melodrammatica. In sintesi, secondo il mio punto di vista, le “Affinità Elettive” finisce per non essere all’altezza della sua fama di capolavoro. Le situazioni, il linguaggio e i caratteri dei personaggi appaiono ormai un po’ datati, ma, soprattutto, mi appare debole il tema portante del romanzo; il parallelo fra il mondo della chimica e quello delle passioni umane regge solo fino ad un certo punto e, persino i personaggi più riflessivi del romanzo: Carlotta e il Capitano, dimostrano che la chimica dei sentimenti può, magari con difficoltà, essere contrastata dall’uso consapevole, razionale e responsabile del libero arbitrio. Alla fine l’epilogo drammatico risulta ineluttabile solo a causa di quei soggetti, come Edoardo che, confondono l’amore con il possesso. Egli non riesce a gestire la propria passionalità, che in fondo è soprattutto brama e, nel suo egoismo, finisce per dimostrarsi irrimediabilmente irresponsabile e immaturo, trascinando tutti i protagonisti verso un disastro che, in molti momenti, appare evitabilissimo.

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