“Le affinità elettive”, titolo
originale “Die Wahlverwandtschaften”, di Johann Wolfgang Goethe, traduzione di
Mario Santagostini, edizioni La Biblioteca di Repubblica, ISBN: 88-89145-10-2.
Circa sessanta anni prima della
pubblicazione della “tavola periodica” da parte del chimico Mendeleev, l’Autore
scrive un romanzo di passioni e sentimenti che s’ispira alle proprietà chimiche
degli elementi. La trama del romanzo, infatti, si basa su una conversazione
apparentemente casuale che avviene fra i protagonisti nella prima parte della
storia; essi osservano come certe sostanze, in presenza di elementi a esse “affini”,
tengono a rompere i legami molecolari originali per costituirne di nuovi, più “istintivi”,
stabili e indissolubili. Così, attraverso questa metafora, illustrata nella
prima del libro, si compiono i destini dei quattro protagonisti del romanzo
Edoardo, Carlotta, Ottilia e il “Capitano” (che solo in poche pagine del
romanzo sarà chiamato con il suo vero nome, Ottone).
Edoardo e Carlotta, lungamente
amatisi in gioventù, finalmente riescono a convolare a nozze dopo essersi
entrambi lasciati alle spalle dei matrimoni d’interesse seguiti dalla
vedovanza. Essi vivono un’esistenza pacata e apparentemente felice presso la
propria tenuta in campagna. Per una serie di circostanze casuali, a essi si
uniscono l’amico di lui, il Capitano e la bella Ottilia, giovane nipote e
pupilla di lei. Presto, quasi in virtù di una legge fisica inesorabile, fra
essi si sviluppano delle attrazioni incrociate. Carlotta e il Capitano,
entrambi metodici, riflessivi e razionali si avvicinano fra loro, mentre fra Edoardo
e Ottilia, entrambi sensuali e istintivi, si scatena una passione che, soprattutto
da parte di Edoardo, appare subito smodata e incontrollabile e che alla fine li
porterà a un tragico, quanto inesorabile destino.
Per tutto il corso della vicenda,
anche attraverso il manifestarsi di emblematici segni premonitori, si prepara
il terreno alla tragedia che, puntualmente finirà per sopraffare i protagonisti.
Niente potrà essere frapposto a una “reazione” di personalità che, seguendo la
trama del romanzo, è vista dall’Autore come fisiologica, preordinata e
necessaria.
L’opera di Goethe risulta gradevole, soprattutto
nella prima parte, mentre la seconda appare un po’ troppo lenta ed
eccessivamente melodrammatica. In sintesi, secondo il mio punto di vista, le “Affinità
Elettive” finisce per non essere all’altezza della sua fama di capolavoro. Le
situazioni, il linguaggio e i caratteri dei personaggi appaiono ormai un po’
datati, ma, soprattutto, mi appare debole il tema portante del romanzo; il
parallelo fra il mondo della chimica e quello delle passioni umane regge solo
fino ad un certo punto e, persino i personaggi più riflessivi del romanzo:
Carlotta e il Capitano, dimostrano che la chimica dei sentimenti può, magari
con difficoltà, essere contrastata dall’uso consapevole, razionale e responsabile
del libero arbitrio. Alla fine l’epilogo drammatico risulta ineluttabile solo a
causa di quei soggetti, come Edoardo che, confondono l’amore con il possesso.
Egli non riesce a gestire la propria passionalità, che in fondo è soprattutto
brama e, nel suo egoismo, finisce per dimostrarsi irrimediabilmente irresponsabile
e immaturo, trascinando tutti i protagonisti verso un disastro che, in molti
momenti, appare evitabilissimo.
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