Forse bisognerebbe ancora attendere un po’ prima di fare
delle valutazioni, eppure, già da quanto si vede in questi giorni, La discesa
di Mario Monti in politica non sembra portare dei sostanziali cambiamenti al
solito triste copione della politica italiana che, quasi come una dannazione
biblica, sembra ripetersi fin dagli albori della Repubblica. Di fronte al
prefigurarsi di una vittoria secca del centro sinistra, le forze più moderate e
genuinamente laiche, piuttosto che appoggiare e avviare quelle politiche di
cambiamento socio culturali ed economiche che l’Italia continua a mancare clamorosamente
a ogni elezione, pavidamente si prestano a mantenere lo status quo fornendo il
collante e gli strumenti di governo a quella consistente parte della nostra
società di vocazione conservatrice che palesemente ci zavorra. Com’è possibile,
mi chiedo, che un leader come Mario Monti dopo aver traghettato il Paese
attraverso un periodo difficile della nostra storia, tra l’altro, di fronte
alla prospettiva di dover consolidare il lavoro svolto fino ad adesso, sia così
cieco da voler rischiare di costruire una nuova legislatura intorno alle
medesime forze che ci hanno sprofondato nel baratro? Non penso che nessuno, che
voglia considerarsi assennato, possa realmente pensare di costruire alcunché
affidandosi agli stessi uomini e alle stesse ideologie che hanno condannato il
Paese a vent’anni di berlusconismo. Alludo ovviamente a quelle forze cattoliche
tradizionaliste sponsorizzate dalla CEI e vincolate ad una visione del mondo e
della società totalmente retrogradi e che poco hanno a che vedere, nella sostanza,
con la modernità e originalità del messaggio cristiano; a quel milieu piccolo
borghese, volgare, sciattone e ignorante,
degno del nostro miglior cine-panettone che ha prosperato grazie al “Cavaliere” e all’evasione
fiscale degradando l’anima e l’immagine del Paese; per continuare con le zotiche legioni federal-leghiste, che orfane
della loro corte dei miracoli di geometri mancati e fattucchiere, agognano all’ennesima
sguaiata jacquerie contro una “Roma ladrona” che si è dimostra comunque non
peggio di loro. Si è chiesto Monti dov’era e chi appoggiava tutta questa parte
dell’elettorato negli ultimi vent’anni? Pensa egli veramente di rilanciare il
Paese con gli scampoli di una classe politica che è rimasta cieca alle
collusioni mafiose, alle leggi ad personam, al dilagare delle lobby, al
continuo declino economico, all’ostracismo internazionale, per poi indignarsi
solo di fronte al bunga-bunga? “Meglio soli che mal accompagnati” dice un
vecchio detto e forse, in certi casi, se non si è più nelle condizioni di fare
bene e anzi, si rischia di essere di intralcio, bisognerebbe avere il coraggio
di ricavare l’esempio da seguire dal nostro lontano passato e ritirarsi fuori
dalla mischia come fece a suo tempo
Lucio Quinzio Cincinnato.
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