martedì 4 settembre 2012

Produttività: visioni confuse e ideologie distorte - qualche riflessione sul problema della bassa produttività italiana

Colpisce la discussione sulla scarsa produttività dell’Italia perché sembra che i soggetti chiamati a esprimersi sul problema abbiano opinioni abbastanza diverse e in contraddizione fra loro. Ieri il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo in un’intervista apparsa su La Stampa di Torino (“In italia si deve lavorare di più – Aumentando la produttività si crea nuova occupazione” – La Stampa 03/09/2012), sostanzialmente addossa la responsabilità ad una normativa sul lavoro che prevede troppe ferie e permessi e che ci penalizza rispetto alla media europea, di conseguenza, invita a lavorare quantitativamente di più.
Le sue affermazioni non appaiono per nulla convincenti e, a mio avviso, egli dimostra una visone miope se non volutamente distorta delle cause della scarsa produttività del “Bel Paese”.
Per altro,almeno per quanto riguarda il confronto con il resto d’Europa, mi sembra che le sue affermazioni categoriche vengano smentite o quantomeno mitigate dall’articolo apparso oggi sempre su La Stampa:

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/467347/ “Si lavora tanto, ma si lavora male”
di Raffaello Masci, La Stampa 04/09/2012.

Nell’articolo viene fatto un confronto fra l’orario giornaliero contrattuale, quello reale e vengono paragonati i giorni di ferie e permessi fra i vari paesi UE.
Dalla comparazione emerge un quadro, quanto meno contradditorio dove però, almeno secondo il mio giudizio, risulta abbastanza chiaro che le differenze di produttività non dipendono in maniera preponderante da fattori quantitative ma da quelli qualitativi del sistema produttivo e burocratico presente nei vari paesi.

Tali argomentazioni sono anche presenti nell’intervista al Presidente dell’Istat Enrico Giovannini (apparsa anch’essa su La Stampa del 03/09/2012):

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/467204/
“Imprese troppo piccole non sappiamo innovare”,intervista di Paolo Garoni al Presidente dell’Istat Enrico Giovannini. La Stampa 03/9/2012.

Dove viene riportato chiaramente che i problemi legati alla produttività vanno ricercati in ambiti ben diversi dai soliti citati: estensione dell’orario di lavoro e flessibilità degli impieghi.
Anzi, nel corso dell’intervista al Presidente dell’Istat sembra emergere una critica neanche troppo velata al mondo imprenditoriale perché fra le cause principali vengono citate:
1) Le dimensioni relativamente ridotte del le nostre imprese.
2) La sottocapitalizzazione dovuta alla scarsa pressione sul costo del lavoro!!!
3) Inefficienza dovuta alle mancate liberalizzazioni.
4) L’evasione fiscale del sommerso.
5) La mancata rivoluzione informatica.

Più chiaro di così!

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