mercoledì 8 agosto 2012

Recensione: Fuori da questa crisi, adesso!

“Fuori da questa crisi, adesso!”, titolo originale: “End This Depression Now!”, Paul Krugman, traduzione di Roberto Merlini, edizioni Garzanti, ISBN 978-88-11-68670-5.

Paul Krugman, premio nobel per l’economia, d’inclinazioni liberal e dichiaratamente neokeynesiano, prova con quest’opera a dare una spiegazione della crisi e, soprattutto, propone senza mezzi termini e descrivendola con estrema chiarezza, una soluzione per uscirne. Tale proposta si accorda con la tradizione e l’esperienza di una delle grandi “scuole” macroeconomiche, quella che, sostanzialmente, si basa sui concetti già esaminati da John Maynard Keynes a partire dagli anni venti del novecento e imperniati sull’intervento dello Stato a sostegno dell’economia attraverso il meccanismo della crescita del disavanzo pubblico.
Vista l’enfasi che viene posta oggigiorno nello stigmatizzare i disavanzi “Eccessivi”. Il Libro si presenta come originale e interessante fin dalle premesse, infatti, le opinioni dell’Autore appaiono in contrapposizione frontale con le indicazioni di soluzione della crisi fornite da coloro che vengono sarcasticamente definiti nell’opera come “Very serious people”, e che, attualmente sembrano aver imposto la loro visione di liberalizzazioni, tagli e sacrifici, ai governi e all’opinione pubblica. Il Libro induce veramente a profonde riflessioni perché l’Autore, a volte fra le righe, a volte esplicitamente, insinua che la visione rigorista ora in corso d’applicazione sia in America come in Europa, non sia solo frutto di una visione errata e dogmatica della situazione, ma che sia anche, almeno in parte, dovuta alla necessità di tutelare l’interesse di pochi a scapito dei molti che invece patiscono le conseguenze della crisi.
Personalmente ho trovato questo Libro chiaro, autorevole e scorrevole e ne raccomando la lettura a tutti quelli che vogliono acquisire una maggiore consapevolezza riguardo a questi temi ormai di dominio e d’interesse pubblico.

Termino ponendo l’accento su alcuni aspetti critici che sono i seguenti:
1) Secondo la mia opinione, le soluzioni prospettate da Krugman sembrano più tagliate per il caso degli Stati Uniti, rispetto a quanto invece siano immediatamente applicabili in Europa. In questo caso, come giustamente ricorda l’Autore, esiste anche un problema di disomogeneità e di localismo della politica che rende più difficoltosa l’applicazione di politiche espansive basate sulla crescita del disavanzo.
2) Rimango poi scettico su alcuni aspetti dell’opera, non tanto riguardo al quadro teorico, che personalmente condivido, ma rispetto alla sua applicabilità politica. Pensando al caso Italiano, infatti, mi assillano i dubbi sull’effettiva opportunità di fare gestire questo genere d’interventi (posto che effettivamente ci sia la possibilità di metterli in atto!) alla nostra attuale classe politica, chiaramente incapace di gestire efficientemente e diligentemente uno strumento come il disavanzo che per sua natura, implica responsabilità e rispetto per le generazioni a venire.

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