giovedì 7 ottobre 2010

Recensione: Caduta libera

“Caduta libera”, di Nicolai Lilin, edizioni Einaudi, ISBN 978-88-06-20063-3. Il romanzo autobiografico descrive l’esperienza di cecchino dell’autore in un’unità d’assalto e infiltrazione dell’esercito russo durante la seconda campagna della guerra cecena (cominciata nell’agosto del 1999). Il libro da un’idea assolutamente realistica di come sono combattute tutte le recenti guerre di attrito, ben rappresentate proprio dai continui scontri nel Caucaso o dall’eterna guerra afghana. Davanti agli occhi del lettore scorrono scene di un’efferatezza inimmaginabile alle “persone normali”, violenza, morte, paura, sangue e brandelli di corpi dilaniati da armi micidiali. Un’azione continua, sincopata e istintiva dove l’uomo regredisce totalmente ai suoi istinti primordiali. Nessuno spazio per pensare, per distrarsi, per riposare o persino per mangiare. Niente prigionieri, nessuna pietà e nessun rimorso in una realtà allucinante dove gli unici legami sono quelli del clan, del gruppo o meglio, del branco. Il peggio però viene alla fine perché una volta sfuggito indenne all’inferno ceceno all’autore toccherà ritornare alla vita civile dove niente gli sembrerà come prima. Un libro che spiega molte cose sulle guerre, sulla violenza e sugli uomini e che tutti dovrebbero leggere.

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